"Nella prassi capita sovente di riscontrare società che erogano ai propri amministratori compensi in misura alquanto sproporzionata rispetto al volume di affari sviluppato dall’impresa o, come direbbe l’amministrazione finanziaria, in misura non congrua.
Non si può escludere che tale circostanza sia riconducibile a qualità eccezionali dell’amministratore (e conseguentemente alla volontà della società di tenerselo ben stretto a prescindere dalla potenziale economicità della scelta, quanto meno nel breve periodo), tuttavia nella generalità dei casi la predetta circostanza è ascrivibile, più banalmente, alla posizione di socio dell’amministratore che beneficia di un così munifico trattamento economico da parte della società.
L’amministrazione finanziaria non ha mancato di percepire questa coincidenza e non l’ha evidentemente gradita, come testimoniano le sentenze emesse della Corte di Cassazione negli ultimi due anni aventi ad oggetto proprio il preteso disconoscimento della deducibilità dal reddito dell’impresa dei compensi eccedenti la misura congrua, in relazione ai volumi di attività della società, dei compensi erogati agli amministratori..." (Da www.portaleaziende.it)