Deve essere dichiarato illegittimo per difetto di motivazione l’avviso di accertamento fondato sui “parametri” , non risultando, dal contesto dell’atto, il procedimento logico giuridico matematico seguito dall’ufficio ai fini della determinazione dei maggiori ricavi. (Massima a cura di Iusseek/tributario)


La pronuncia si aggiunge ad altre sentenze delle Commissioni di merito che hanno “bocciato” sotto vari profili il ricorso ai parametri di cui alla legge 28.12.95 n. 549 art. 3 commi 179 e seguenti. I giudici di Verbania hanno affrontato forse per la prima volta il problema della carenza di motivazione in ordine alla determinazione dei maggiori ricavi in base ai parametri.
In effetti gli accertamenti eseguiti con i parametri riportano un prospetto nel quale sono indicate le variabili prese in considerazione dal sistema ai fini del calcolo (Beni strumentali, acquisti di servizi, corrispettivi e compensi ecc.) e poi da ultimo viene indicato il valore dei maggiori ricavi che l’apposito software utilizzato dagli uffici finanziari dà come risultato dell’elaborazione. Ma l’assenza nella motivazione dell’accertamento, della trasposizione del complesso meccanismo di applicazione dei parametri al caso concreto, non consente di verificare se quel maggiore imponibile, che si assume determinato dal sistema di elaborazione, sia stato correttamente determinato. Ovvio pertanto che tale omissione si traduce in un chiaro difetto di motivazione e, ove l’amministrazione non ne dia congruamente conto in sede contenziosa, si traduce in un difetto di prova che legittima la declaratoria di annullamento dell’atto di accertamento.