Il lettore si chiede come sia possibile possa esistere il vincolo nel calcio dilettantistico, così privando l'atleta (socio) di scegliere liberamente ed in qualsiasi momento il propio sodalizio con la società con cui è tesserato e per quale motivo il codice civile, l'art. 2 della costituzione e le altre leggi comunitarie in merito alla libertà soffrirebbero, a suo avviso, dell'ingerenza della FIGC che tra l'altro non riconoscerebbe il potere della magistratura nei propri confronti.
Prosegue sostenendo (polemicamente) che con il tesserameno tramite metodi poco corretti(richieste di certificati ed omissione dei dati sulla privacy tanto per fare qualche esempio) di fatto la FIGC derogherebbe le leggi dello stato e la libertà dell'individuo, compreso il diritto allo sport. Tutto ciò avverrebbe, secondo l'opinione del lettore, con la "complicità" delle società sportive che avrebbero interesse (economico) a scambiare o vendere i cartellini di tesseramento(anche i minori sono vincolati senza possibilità di recesso).
Aggiunge poi di avere avuto un interessante ed esauriente dialogo telefonico con il sig.Gianni Solmi, funzionario FIGC a livello regionale, il quale si è manifestato disponibilissimo nel rispondere a tutte le sue domande in materia di vincolo e tesseramento sportivo (associativo): innanzitutto, ha puntualizzato che il mondo dello sport non si deve adattare alle leggi dello stato, ma viceversa le leggi si adattano ai modi e metodi dello sport trasformandosi di continuo, così come avvenuto recentemente nelle ultime finanziarie, tenendo presente ad esempio che esistono società sportive dilettantistiche (quindi no profit) che di fatto sono srl od addirittura spa. In merito alla richiesta di certificati da parte dei comitati provinciali per il tesseramento sportivo il sig.Solmi ha puntualizzato che l’attuale decentramento dei comitati provinciali di fatto li trasforma in circoli privati, legittimandoli, quindi, alla richiesta dei certificati "in barba" all’indicazione del parlamento che suggeriva alla FIGC di non richiederli.Il Coni, continuava il sig.Solmi, è attualmente soltanto un ente di collaborazione in veste dei giochi olimpici, non è più un organismo di controllo sulle federazioni sportive ed i comitati provinciali FIGC si comportano come tanti circoli privati facenti comunque parte di una federazione nazionale, i quali sono, essendo circoli privati, autorizzati ad agire in base a norme stabilite arbitrariamente in base alle propie esigenze, anche contrariamente a quanto stabilito da leggi e decreti in tema associativo.Tutto questo catapulta di fatto il mondo sportivo dilettantisco in una sorta di anarchia pericolosa delegata al potere della FIGC la quale non riconosce il potere della magistratura nei propi confronti. Il lettore conclude sostenendo che le proprie personali riflessioni - a suo dire condivise dal sig. Solmi - vogliono soltanto essere un qualcosa che possa dare una spinta al sistema che versa oggi in condizioni di malato cronico (assetato di denaro e lucro) augurandosi che questa non sia una battaglia contro i mulini a vento.
2003-04-22 - Fonte: Giuliano Bortolotti
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