Lo scatto del “saluto romano” di Di Canio ha fatto il giro d’Europa, dando libero sfogo ai giudizi più disparati. Qualcuno ha addirittura proposto il laziale come papabile candidato in politica … ma lui ha declinato l’invito.
Nel frattempo, nonostante il sanguigno Di Canio abbia pubblicamente smentito che il suo “braccio teso” avesse avuto un connotato politico, la Figc ha aperto un’inchiesta e la Fifa ha comunicato ai rappresentanti del calcio italiano che seguirà da vicino le indagini su tale vicenda.
Ma tanto rumore per così poco era proprio necessario?
Perché in casi analoghi (“pugno chiuso” e sfoggio di maglietta raffigurante Che Guevara da parte del giocatore livornese Lucarelli dopo un goal), o ben più gravi (come i cori ingiuriosi all’Arma dei Carabinieri da parte di una frangia di tifosi labronici subito dopo il minuto di raccoglimento per la strage di Nassirya), l’attenzione pubblica è rimasta (colpevolmente) distratta?
Il saluto di Di Canio può essere inquadrato come reato, come alcuni hanno sostenuto?
Sia la normativa in materia (legge 645/1952) che la giurisprudenza (per tutti Cass. Pen. 23.6.1988) sembrano escluderlo.
Auspichiamo, comunque, che l’entusiasmo dei nostri sportivi professionisti non assuma un colore politico (di destra o di sinistra), ma resti legato (eventualmente) ai soli sfottò.
Alberto Foggia
2005-01-14 - Fonte: Alberto Foggia
Calcio Di Canio politica Articolo