ATTIVITA' MOTORIA NELLA SCUOLA
Da moltissimi anni questo argomento è stato ampiamente trattato con proposte di vario genere sia dai massimi dirigenti sportivi, sia dai vari governi che negli anni si sono succeduti. In sostanza poco è stato fatto, e quel poco perché fortemente voluto dal mondo sportivo, che ha creduto nella necessità che la gioventù studentesca potesse iniziare a svolgere una qualsiasi forma di attività sportiva. In realtà , mentre il concetto di sport ha registrato una continua crescita sul piano tecnico, la scuola non è riuscita a darsi ritmi e normative adeguate. Ciò rappresenta il più grande ostacolo alla formazione di una cultura sportiva nel nostro paese.
Noi crediamo che il compito della scuola sia quello di formare i giovani sul piano culturale e fisico. La pratica sportiva deve avere un ruolo per la formazione fisica dello studente e, successivamente, di avviamento all'attività sportiva per chi è più idoneo, anche senza sollecitare gli studenti verso alti livelli agonistici.
Lo sport deve trovare il suo spazio fin dalla scuola materna, come momento creativo dell'"essere" fanciullo, per poi avviare dalla scuola elementare il momento del gioco "gioioso" che trova nella scuola media la prima attuazione del gioco sportivo. Tutto questo va racchiuso in un termine di "attività motoria" che trova il suo sbocco formativo nella scuola media secondaria. Per fare ciò è necessario rivalutare l'insegnamento dell'educazione fisica, innanzi tutto con una maggiore qualificazione degli insegnanti, con l'istituzione del corso di laurea in scienze dello sport, con l'inserimento di insegnanti di educazione fisica fin dalla scuola materna ed elementare, con un sensibile aumento delle ore d'insegnamento nelle scuole medie, almeno da raggiungere, in questo caso, le nazioni europee più evolute in campo sportivo. Nelle scuole superiori le ore d'insegnamento devono essere non meno di cinque alla settimana, lasciando la possibilità di fruire di ore facoltative al di fuori dell'orario ordinario.
Altro argomento da affrontare è quello dell'impiantistica sportiva nella scuola: ancora oggi si hanno pochi impianti nella struttura scolastica, in molti casi non sono efficienti, spesso sono anche poco sfruttati.
Molte perplessità sono suscitate anche dal protocollo d'intesa sottoscritto nel marzo '97 tra Coni e Ministero della pubblica istruzione. Tale accordo prevede la ristrutturazione degli impianti sportivi scolastici dismessi od obsoleti, con l'intervento finanziario dello stesso Coni, senza tenere conto:
del calo nella raccolta di denaro fresco attraverso il concorso pronostici
della riduzione del 12% medio dei bilanci federali di una quarantina di organismi che vivono, in pratica, dell'erogazione del Coni
Inoltre anche in questo accordo vengono totalmente ignorati i diplomati ISEF a favore dei tecnici delle Federazioni.
Troppo impegno, invece, viene rivolto verso i Giochi della gioventù e i Campionati studenteschi che, da giocose rassegne dello sport studentesco ad ampia partecipazione di tutta la popolazione scolastica, in realtà rappresentano ormai attività sportive selettive o una ripetizione dei Campionati di categoria.
Si ritiene necessario, pertanto, un esame critico e approfondito degli attuali indirizzi sportivi scolastici, in sintonia con tutto il corpo docente di educazione fisica per ricercare omogenei valori di formazione e di programmazione didattica.
Da alcune parti, infine, si sollecita la creazione di un associazionismo sportivo scolastico, che possa partecipare con continuità all'attività sportiva delle Federazioni sportive nazionali; come se a queste non bastassero il sostegno e l'impegno delle Società sportive e degli Enti di promozione sportiva. Forse è un altro "carrozzone", ma per quale necessità ?
2003-10-02 - Fonte: Uff. Sport AN - Avv. Andriani
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