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All'Italia il primato dei controlli antidoping

2002-12-28  NEW: Appunta - Stampa · modifica · cancella · pdf
      

(FIGC) Nella battaglia contro il doping, il calcio italiano si conferma all'avanguardia nel mondo


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(FIGC) Nella battaglia contro il doping, il calcio italiano si conferma all'avanguardia nel mondo: i dati più recenti, con la forza e l'oggettività dei numeri, dimostrano un primato assoluto in termini di efficienza e numero di controlli, grazie anche alle nuove norme diventate operative nel campionato in corso. E dalla prossima stagione, come già annunciato nel recente convegno di Pontedera, la FIGC si prepara a introdurre il sistema dei controlli incrociati a sorpresa sangue-urina. Il primato riguarda innanzitutto i controlli: la Federazione Italiana, infatti, è la più attiva rispetto al panorama europeo come attestano i numeri. In Italia nella stagione 2001-2002 sono stati effettuati 5200 controlli antidoping tra serie A, serie B e C e i casi di "non negatività" sono stati in tutto quattro (quelli di Stam e Guardiola,due calciatori provenienti da altre federazioni e due giocatori di serie C) e neppure un caso al di sotto della soglia, contro gli undici casi di positività con 45 casi di poco al di sotto della soglia della stagione precedente. Ma c'è un altro dato eloquente e molto significativo: se l'Italia effettua 5.200 controlli l'anno, le altre federazioni nel migliore dei casi raggiungono i 1121 controlli come l'Inghilterra o i 1134 come il Portogallo. La Francia è ferma a 174 controlli l'anno, l'Olanda a 124, la Svezia a 358 e la Germania a 650. Un primato di cui il presidente della Commissione Antidoping della FIGC Giuseppe Capua, responsabile di questa struttura dall'agosto 2001, va particolarmente fiero: "All'estero - spiega il dottor Capua - l'atteggiamento nei confronti del problema-doping è completamente diverso rispetto al nostro e lo dimostrano i numeri. Noi in questo campo siamo più avanti di altri: la Commissione da me presieduta ha affrontato una serie di tematiche in maniera diretta e radicale. Il nostro motto è "prevenire e informare", tanto che in questo senso stiamo lavorando, affrontando colloqui con medici, atleti, con le società di calcio per offrire garanzie e tutela ai tesserati. Anche nel nostro caso parlano i numeri: all'estero siamo ancora considerati una Nazione con problemi di doping dopo l'alto riscontro di positività che ebbe una grande eco due stagioni fa. Ma in realtà, in concomitanza dell'aumento del numero di prelievi, si è quasi azzerato il numero dei casi positivi. Per noi è molto importante che si raggiunga un'armonizzazione nelle procedure con il resto d'Europa". Un risultato che è stato messo in evidenza nell'ultimo convegno medico "Con il calcio contro il doping", che si è svolto a Pontedera nei giorni 2 e 3 dicembre. Da questo incontro, però, è emersa una notizia ancora più rilevante che sottolinea l'impegno di questa Commissione su un argomento così scottante ed attuale e che ribadisce la volontà "politica" della Federcalcio a perseguire l'obiettivo di partenza: la lotta al doping. La novità riguarda i controlli incrociati a sorpresa sangue-urine, che saranno messi a regime nel campionato 2003-2004 ma che saranno sperimentati nel girone di ritorno del campionato in corso. La Federazione e la Commissione Antidoping si stanno muovendo in questa direzione, senza trascurare nulla in modo che, come ha sottolineato lo stesso dottor Capua, "ci siano tutte le possibilità tecniche e scientifiche per rendere realmente attendibili questi risultati". Un gruppo di esperti è già al lavoro. "Ho chiesto la collaborazione - spiega il presidente della Commissione Antidoping - dei massimi esperti scinentifici della materia, in particolare del direttore del Laboratorio dell'Acquacetosa dottor Botrè, e di un ematologo, il dottor D'Onofrio. In accordo con la Federazione dei medici sportivi e con l'Associazione Calciatori, sarà necessario stabilire quali potranno essere le modalità operative che consentiranno 1) l'assoluta identità di vedute rispetto al problema; 2) la certezza rispetto ai risultati. La Federazione dei medici sportivi, che gestisce il laboratorio di analisi, ha assicurato che in tempi relativamente rapidi appronterà tutte le strutture tecniche in grado di effettuare questo tipo di analisi".Quello del laboratorio è il punto di partenza, ma ci sono una serie di punti e di dati che sono già stati valutati e che dovranno essere operativi in concomitanza dell'inizio di questo nuovo tipo di analisi: "L'idea, per quanto riguarda i prelievi del sangue - continua il dottor Capua - è di istituire gruppi di medici prelevatori bene identificati, in modo da poter garantire la qualità e la continuità del lavoro: in pratica saranno sempre gli stessi medici ad effettuare i prelievi in tutta Italia. Questi prelievi saranno fatti nel corso della settimana, a sorpresa, con sorteggi "blindati" per la scelta delle squadre e degli atleti. Diciamo che questa operazione è già partita e bene avviata, siamo in fase molto avanzata". Stabilite le linee-guida, la Commissione Antidoping vuole raggiungere un traguardo ben preciso: "Ai Mondiali di Corea e Giappone, la FIFA ha adottato il sistema dei prelievi incrociati, ma sulla falsariga di quel modello, vogliamo migliorare e rendere più efficienti i meccanismi, tenendo conto dei problemi di tutela degli atleti e delle riservatezza dei controlli, a tutela dei calciatori e delle società.


Link: http://www.figc.it/notizie_2/f_primo_piano.htm

2002-12-28

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