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"L’America delle contraddizioni non ha ancora espresso un presidente di colore, ma ha fatto del nero Michael Jordan il campione dello sport più famoso (e pagato) del mondo. In questa stessa America, in cui proprio lo sport è diventato mezzo di riscatto sociale per le minoranze etniche, solo una si sottrae anche a questa regola. Gli indiani, gli abitanti delle origini, sembrano scomparsi anche dal panorama dello sport professionistico, che ormai ha assunto popolarità planetaria. Eppure la storia dice che per tutte le tribù lo sport era non solo importante, ma sacro e che, nel passato, i nativi americani erano considerati superiori per natura nell’attività fisica. Sono loro gli inventori del kajak e i primi a nuotare a stile libero. Ma resta la storia di un mancato successo, che attraversa le vite di pochi campioni capaci di vincere medaglie d’oro alle Olimpiadi, le idee di allenatori e politici convinti che attraverso lo sport fosse possibile “civilizzare” gli indiani, le battaglie civili di chi chiedeva e chiede rispetto per la propria identità e cultura.."
Giampiero Canneddu è nato a Biella nel 1970, ma papà e mamma sono sardi. Ha provato a scrivere sui giornali dal giorno dopo l’esame di maturità , occupandosi di sport per “La Stampa” e per piccole radio e televisioni. Grazie alla testata “il Biellese” è diventato giornalista professionista e, di recente, è tornato alla sua prima passione, la redazione sportiva, dopo anni passati alla cronaca. Nel frattempo si è laureato in scienze politiche (con ritmi da bradipo), si è sposato con Luisa ed ha una bimba, Vanessa, nata nel gennaio del 2005. Con Luisa (e con Chiara, un’amica fotografa) ha fondato il sito internet www.lecosechenonricordi.it di cui va fiero. Ama scrivere, ovviamente. E gli piace giocare a fantacalcio. Ma non vince mai. Del resto è nel suo dna di tifoso del Torino…
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2005-11-01 - Fonte: euro
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