Sono ormai diventate storiche (ed oggi attuali più che mai) le “affermazioni-bomba” rilasciate pubblicamente, nel lontano 1998, dall’allenatore Zdenek Zeman: “Io vorrei che il calcio uscisse dalle farmacie e dagli uffici finanziari e rimanesse soltanto sport e divertimento … Il calcio sta cambiando … Il calcio oggi è sempre più un’industria e sempre meno un gioco”. Al mister boemo va il grande merito di avere aperto una breccia in mezzo alla omertà regnante nel mondo dello sport – in particolare nel calcio –. Sono, infatti, all’ordine del giorno episodi di doping in tutti gli sport, e non solo tra gli atleti professionisti: anche tra quelli dilettanti sta prendendo piede l’assurda pratica dell’”aiutino” per migliorare la prestazione atletica, o per superare (rapidamente) gli infortuni subiti. Senza contare poi che – secondo uno studio condotto dalla Asl di Milano – per una larga parte di giovani sportivi italiani l’assunzione di farmaci dopanti (per i quali tra breve sarà necessaria un’apposita etichettatura, come previsto dal Decreto 24 settembre 2003 di recente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica), non rappresenta affatto una pratica da disdegnare se può consentire di emergere nel campo professionistico. Dati, questi, non certo confortanti, soprattutto considerando la devastante portata che potrebbe assumere il doping qualora ne venisse accertato il collegamento (sono molti gli indizi) con le morti sospette avvenute nel mondo del calcio nostrano, su cui sta indagando, con grande tenacia, da circa cinque anni, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello. A tal proposito, si pensi agli almeno 15 morti accertati ed ai 32 “prigionieri” di un (incurabile) morbo denominato “Lou Gehrig” (il nome scientifico è SLA, sclerosi laterale amiotrofica dei neuroni motori) che, come scientificamente dimostrato, distrugge progressivamente l’apparato muscolare – una delle ultime persone a esserne stata colpita è stato Adriano Lombardi di Ponsacco (un passato importante da calciatore professionista), inchiodato in una carrozzella a combattere giorno per giorno gli effetti di una così grave malattia – o a quelli stroncati da tumori al fegato, leucemia, infarti. Fra le vittime figurano nomi eccellenti del nostro calcio che fu: Bruno Beatrice, Nello Saltutti, Armando Picchi, Enrico Cucchi, Albano Canazza, Renato Curi … e Gianluca Signorini, l’”indomito Capitano”, del quale, oltre alla grande professionalità in campo e fuori, è bello ricordare il suo ultimo saluto – per voce della figlia Benedetta –, poco tempo prima di morire, di fronte alla splendida platea del Marassi di Genova: “Vorrei alzarmi e correre con voi, ma non posso, vorrei urlare con voi tifosi canti di gioia, ma non posso, vorrei che la mia vita riprendesse da dove si è fermata”. Purtroppo Signorini non sarà né il primo né l’ultimo ad aver combattuto una battaglia già persa dall’inizio: quella della vita!
Per lui e per gli altri calciatori colpiti dal morbo di Gehrig (e da altri gravi mali), forti dubbi rimangono sulla possibilità che i farmaci che facevano loro assumere nelle società calcistiche di appartenenza possano avere causato le malattie che hanno provocato le loro morti. Forti dubbi che possono assalire chiunque legga il libro “Palla Avvelenata” (Morti misteriose, doping e sospetti nel calcio italiano), edito da Bradipolibri e scritto da Massimiliano Castellani e Fabrizio Calzia – Prefazione di Eugenio Capodacqua e Introduzione di Alberto Foggia – (di recente pubblicazione) che, con grande sapienza (e dovizia di particolari), mette insieme interviste (ricostruzioni e testimonianze) a parenti ed ex compagni di squadra di nomi eccellenti del calcio che fu, o agli stessi professionisti, ora stroncati da gravi menomazioni fisiche, facendo emergere particolari che fanno riflettere anche i più scettici: “Ci facevano un’iniezione o una flebo … Non sapevamo cosa ci davano ….”. Ma non solo … il processo (attualmente in corso) contro la Juventus per i “farmaci sospetti”, le indagini di Guariniello, e altro ancora …
2003-11-14 - Fonte: Alberto Foggia
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