05/09/2003
Il TAR del Lazio, riunito questa mattina in seduta straordinaria per esaminare il corposo ricorso della LAV e della LAC contro il Decreto del Presidente della Regione che anticipa di 3 settimane l’apertura della caccia nella Regione, ha dato ragione alle Associazioni animaliste sospendendo la caccia a tutte le specie stanziali e migratorie (quaglia, fagiano, starna, lepre, alzavola, germano reale e marzaiola), nelle giornate del 6, 7, 13 e 14 settembre, confermando la sospensiva cautelare che aveva già fermato le doppiette il 1° settembre.
LAV e LAC, assistite dagli avvocati Alessio Petretti, Ottorino Agati ed Elisa Mattogno, esprimono soddisfazione per questa ordinanza (n. 4455) di sospensione che ha anche respinto tutte le eccezioni dei legali della Regione e dei cacciatori:
“Il verdetto emesso dal TAR conferma l’illegittimità della pre-apertura della caccia nel Lazio e così grazie al nostro ricorso migliaia di animali sono salvi - dichiarano Ennio Bonfanti, responsabile “fauna” della LAV, e Claudio Locuratolo, delegato del Lazio della LAC – L’ordinanza di sospensione del TAR è tesa quindi a ripristinare una situazione di legalità , gravemente compromessa dalla volontà del Presidente della Regione di rendere ancora più selvaggia la caccia, nell’unico interesse di cacciatori e armieri e in totale sfregio degli animali già gravemente provati dal caldo, dalla lunga siccità e dagli incendi”.
Il TAR ha quindi deciso che nei prossimi giorni i cacciatori dovranno “accontentarsi” di cacciare, soltanto da appostamento, tortore, merli, colombacci, cornacchie, gazze e ghiandaie:
“Una decisione che avremmo preferito scongiurare, ma prevedibile – proseguono i rappresentati di LAV e LAC – viste le pressioni fortissime esercitate in questi giorni da Regione e cacciatori a sostegno del contestato Decreto, degenerate in una tensione evidente anche nei violenti toni utilizzati questa mattina nell’aula del TAR dall’avvocato che rappresentava i cacciatori, tanto da subire un acceso richiamo da parte del presidente del Tribunale Francesco Calabrò. Per non parlare del presidio di cacciatori in tenuta paramilitare, presente fin da questa mattina davanti al TAR… Questa vicenda getta un’ombra sull’operato del presidente Storace e dell’assessore Iannarilli in tema di tutela della fauna e dell’ambiente, su cui cittadini ed elettori farebbero bene a meditare per il futuro”.
Il Decreto del presidente Storace sull’anticipazione della stagione venatoria autorizzava un “carniere” potenziale per ogni cacciatore, in ogni giornata di pre-apertura, di ben 160 fra tortore, merli, colombacci, anatre, quaglie, fagiani, lepri e tante altre specie di uccelli, soprattutto migratori tutelati dalle normative internazionali. Se tutti i cacciatori del Lazio avessero rispettato i “limiti” previsti dalla Giunta, in un sol giorno sarebbero legalmente massacrabili 11.900.000 animali!
2003-09-08 - Fonte: Lav
Caccia Lav Articolo