Segui via: Newsletter - Telegram
 

"Chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire" - Flashdance



Crisi    

Il discorso (e la proposta) che vorrei dall'Europa al mondo

Questa guerra e' diversa. Nasce da disinformazioni contestate alle quali non seguono repliche puntuali. Manca una canale ufficiale, pubblico, trasparente, chiaro e sintetico, dove tutti gli Stati possano comunicare a tutto il mondo le proprie ragioni, e discutere le affermazioni altrui per verificarle.

La disinformazione ci sta uccidendo fisicamente e nelle economie, oltre che nella credibilità.

Ci stiamo annegando da soli, invece di fermarci e cominciare a riemergere.

Ci stiamo autodistruggendo, contro ogni buon senso. Solo per non sapere piu' parlare e rispondersi a tono.

L'Assemblea dell'ONU era una innovazione. Ora abbiamo bisogno di un palcoscenico mondiale dove lo scontro sia portato alla luce, e contestate puntualmente le furbizie e le falsità. Tutti mentiamo, tutti possiamo migliorare.

10.03.2022 - pag. 95864 print in pdf print on web

I

Ieri parlavamo di nucleare, oggi di armi biologiche.

Un mese fa parlavamo di inquinare meno il pianeta: se non fosse storia, si direbbe che siamo matti tutti.

Basta una dichiarazione di un vice, un assistente, un esecutore, che annuncia la possibilità di utilizzare il nucleare o l'esistenza di laboratori per la guerra batteriologica, ed ecco subito che le parti, ma non l'Europa, si accusano reciprocamente di volerle usare per prima.

Vogliamo cominciare a togliere dalla nostra retorica, nostra di tutti, alcune parole ?

Nucleare ? Armi chimiche ? Armi biologiche ?

Perchè dovremmo smettere di minacciare l'uso di queste armi ?

Perchè tutti i nostri cittadini, che stanno tutti già subendo gli effetti delle nostre dichiarazioni, di tutti noi cariche istituzionali, vorrebbero sapere che siamo disposti a non andare oltre.

Che abbiamo ancora un senso di umanità.

Ma soprattutto per dimostrare che siamo ancora credibili come leader in grado di ascoltare e trovare soluzioni, non opporre parole più forti a parole ipotizzate, o inventate da qualcuno.

Se oggi un hacker entrasse in un account social governativo e dichiarasse di fare le guerra totale, tra la fine del mondo e la pace ci sarebbe solo quell'omino che una azienda privata paga per controllare tutto quello che avviene sugli account più sensibili.

A tanto siamo arrivati ?

Tanto vogliamo affermare di non volere fare un passo indietro, da chiedere di aumentare la pressione nell'avversario o nell'alleato, per evitare danni peggiori ?

I popoli della terra sanno benissimo che, fosse per loro, di dovremmo chiudere in una stanza e uscire con un accordo scritto con quello che vogliamo concedere e quello che vogliamo riconosciuto.

Non soffiare benzina sull'incendio già indomabile.

E allora, voglio dirlo ancora una volta, vogliamo recuperare una fiducia tutti concordando che oltre un tot non adremo mai ? Che non aumenteremo alcuna pressione ora da subito ? Che ci fermiamo per prendere fiato e ricominciare ad ascoltare ?

Chi guadagnerà da una guerra globale ? Non i cittadini. Non noi governanti. Non le imprese. Non le nostre famiglie. Qualcuno si', qualcuno guadagnerà più degli altri, al prezzo di impoverire e lasciare morire perchè altri litigano.

Siamo talmente lontani dal buon senso da credere che opponendo, provocando, armando e armandoci, congratulandoci di essere insieme forti davanti alle ostitilità, da pensare che da questa crisi se ne possa uscire meglio tutti e non solo pochissimi ?

Abbiamo perso il buon senso di capire che dall'interdipendenza comune, ancora viva ma sanguinante, si ha solo vantaggi ?

Certo. Non bastano più parole. Per chi fa il furbo e cerca di avere qualche vantaggi più dell'altro, per dominarlo, controllarlo, difendersene, ma accrescendo la propria sicurezza in un regime di paura generalizzato, per coloro che ci proveranno comunque a far cadere una debole promessa di pace, non deve esserci una qualche forma di sanzione ?

Ci deve essere.

La vittima è la credibilità. Quindi la sanzione deve essere la ricerca dei fatti, senza pregiudizio, controllando insieme, parti opposte, senza negare un fatto solo perchè l'asserzione è assurda.

Ma non appena ci si metterà ad un tavolo per capire cosa è credibile, per me, per te, per lui, per l'altro, per tutti, da un confronto anche aspro ma non violento, che scovi quale è il fatto controverso, e lo si chiarisca; tutti quelli attorno al tavolo saranno più credibili, e riusciranno a risolvere i problemi.

Siamo convinti che da uno scontro totale, che coinvolge civile inermi come militari e prezzolati, se ne esce con un regime di paura che prevale sugli spaventati ?

L'economia di pace ci ha insegnato che non sarà mai più un luogo migliore per nessuno, quello dove qualcuno vuole più di altri.

Continueranno a dirci: ma loro vogliono fare i furbi. I furbi non hanno nazionalità. Anzi. Sono apolidi, pensano solo al proprio portafoglio.

Torniamo a parlare, a discutere anche.

Ma basta chiudere ogni tavolo di possibile dialogo, invocando una regola e dimenticando l'altra violata.

E' ora di fare per risolvere.

Paghiamo tutti i nostri rappresentanti per risolvere problemi.

Se vogliono creare nuovi problemi internamente o internazionalmente, si accomodino alla porta.

Si parta da un problema, poi un secondo, poi un terzo, e si conducano dei riscontri.

Chi può fare questo lavoro, un militare ? Un dirigente pubblico ? Un imprenditore ?

Coinvolgiamo i cittadini in un esercito di controllori, insieme ai media. Diamogli i mezzi per chiedere spiegazioni o per diffondere chi si oppone alla trasparenza.

Se guerra deve essere, sia ai singoli che vogliono lo scontro invece del confronto.

E per ogni accusa non fondata, discredito e allontanamento.

Concretamente ?

Si apra un canale di comunicazione dove qualunque autorità autorizzata faccia la propria richiesta agli occhi del mondo, e le altre possano replicare, senza intermediari, sui fatti.

Questa guerra è scoppiata per dichiarazioni che non hanno avuto risposte, e accuse costruite su ipotesi, per giustificare fatte più gravi dei rischi ventilati.

Si elimini il chiacchiericcio globale. Ci siano contestazioni serie su un solo canale pubblico, dove ogni parte, al meglio delle proprie ragioni, dimostri agli altri di aver ragione.

Tavoli tematici, pubblici, completamente trasparenti

Ne dobbiamo uscire. Prima di tutto trovando il punto della discordia, e risolverlo, sotto gli occhi di tutti.

Per una guerra mediatica nella quale le parole uccidono le economie e i civili sono necessarie armi diverse.

L'Onu nacque con una assemblea fisica. Il mondo è globale e telematico ormai: vogliamo adeguarci ?

Oggi la mancanza di dichiarazioni ufficiali (chiare, quindi massimo una pagina alla volta), e di risposte ufficiali, tutte travisate dai media, ci ha già fatto sprofondare.

Iniziamo a nuotare, invece di strattonarci sempre più negli abissi e annegare. Tutti insieme.

Perchè non cercare a tutti i costi la pace invece di cercare a tutti i costi di opprimere l'altro ?


Condividi su Facebook

10.03.2022 Valentino Spataro

Valentino Spataro

Segui le novità di Civile.it via Telegram oppure via email: (gratis Info privacy)

    






"Chi rinuncia ai propri sogni è costretto a morire" - Flashdance








innovare l'informatica e il diritto


per la pace