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Hate speech    

Mancate indagini per istigazione all'odio sui social network: Curia condanna

Un caso esemplare applicabile direttamente a chi utilizza i social per additare l'odio contro qualcuno.
14.01.2020 - pag. 94814 print in pdf print on web

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su studi di legal design e analisi testuali e statistiche

E

E' stato lui !

Questo in sostanza quello che succede su una pagina facebook, ma su ogni social, per attivare l'odio contro qualcuno.

Viene realizzato in tante forme, ma la sostanza è questa: odiate lui perchè fa qualcosa che a noi non piace.

Questa definizione di hate speech è estremamente importante, tocca direttamente varie presenze politiche sul web, di chi parla contro. E ne seguono commenti indecenti fino a condizionamenti fisici più o meno ampi.

"Lithuania the Court has found several violations of the Convention on account of the Lithuanian authorities’ refusal to investigate hate-speech comments posted on Facebook following the publication of a photo showing the applicants, a same-sex couple, kissing."

In questo caso la Lituania ha rifiutato di investigare chi fossero coloro che minacciavano i soggetti, in una campagna di odio iniziata sul web.

Si noti che non si tratta di denunciare chi resiste a chi usa violenza: chi resiste non incita all'odio, chi solleva l'odio è l'unico primo colpevole, al quale fanno seguito tutti coloro che (sappiamo essere prezzolati) alimentando e amplificano la campagna d'odio fino a quando poi non diventano fisicamente attivi.

E' una sentenza sottovalutata ampiamente.

Che afferma un principio di convivenza civile con tutti, non solo con "i buoni", "i giusti", "quelli che fanno come penso io".


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