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Presentazione    

Il mio Italian Internet Day

Tutti a raccontare la propria storia. Io voglio parlare di futuro, raccontando solo come ho scoperto di essere programmatore, a 16 anni. E mi sorprende scoprire 31 anni dopo che adoro programmare.
28.04.2016 - pag. 92205 print in pdf print on web

I

Il 30 aprile del 1986 l’Italia per la prima volta si è connessa ad Internet.

Io dovevo ancora compiere 18 anni.

5 mesi dopo, con la patente, andai nella sede di una rivista che conoscevo e mi piaceva, Commodore Computer Club.

Il mio primo articolo andò subito in copertina: era un simulatore di sistema solare, appena studiato a scuola. Si muovevano i pianeti. Anni dopo hanno scritto che siamo stata la generazione che ha spiegato agli italiani come programmare. Era così e non lo sapevamo.

Avevo iniziato due anni prima a studiare il linguaggio di programmazione del C64. Non avevo il Commodore, ma avevo il manuale di un mio amico.

Su cartaDopo due mesi di studio conoscevo a memoria il linguaggio e avevo fatto alcuni programmi scrivendoli su carta. Mi sembrava un gioco da ragazzi. Lì capii che l'informatica era il mio pane.

Mi trovati a studiare diritto con l'anima di un informatico. Mi sono detto: l'informatica che si insegna è vecchia. Almeno studio il diritto che mi servirà sempre. E infatti mi è servito per conoscere il diritto di internet.

All'epoca l'onestà intellettuale di chi usava il computer era incredibile. E' rimasta tra tanti, ma i pochi furbetti oggi possono fare molti danni, e li stanno facendo.

Sono passato dalle Bbs (ero sysop in Fidonet), ai siti, ai server, ai social e ora lavoro sull app.

Non voglio parlare di storia. Guardo il presente italiano senza illudermi leggendo "il come fare" secondo un mercato americano anni luce lontano da noi.

Human firstQui c'è altro da fare. E non passa dalla tecnologia, ma dai rapporti umani.

Chi vive di tecnologia ha clienti che usano la tecnologia. Pochi. Partiamo malissimo in Italia.

Una cosa mi permetto di dirla, credo a ragione. Le leggi attuali hanno creato delinquenti ovunque in rete, ed è impossibile stare dietro a tutte.

E' uno dei motivi per cui consiglio di usare facebook per le news, app per la fidelizzazione e il sito solo per l'ecommerce.

La frase "internet è pericolosa" in Italia è diventata un vietare tutto e imporre formalità dimenticando la sostanza. Siamo fuori mercato anche per questo, non solo perchè il mercato italiano è troppo piccolo.

LondraPer il resto l'episodio più bello è quello dell'aver vinto a Londra un hackathon sulla Privacy. Eravamo in tre sedi: California, New York, Londra, e ho vinto per l'Europa.

Se solo si potesse fare in una settimana in Italia quello che ho fatto a Londra in 12 ore, saremmo avanti a tutti nel mondo.

Ho letto di recente un racconto. Si diceva che in Italia un ragazzo ci teneva a migliorare le cose, ma ogni volta che ci riusciva era come fare un goal.

Gli altri cercavano di annullargli il goal, non di farne altri. E' la mentalità dello 0 a 0, del nulla deve cambiare.

Volete fare qualcosa di epocale ? Andate all'estero (senza necessariamente cambiare residenza, andiamo, costa quanto prendere il treno), partecipate ad un hackathon dopo aver frequentato gruppi di discussione internazionali.

Ma soprattutto non ascoltate chi vi dice come lavorare, se egli stesso non produce nulla. Potrà motivare, ma non vi insegnerà mai a fare veramente. Se lo fa, lo può insegnare. Se non fa nulla, non ascoltatelo.

Fare InsiemeCredo ancora che si possa fare qualcosa: nel nulla bastano pochi che si mettano insieme a fare qualcosa.

Bastano pochi. Io sono uno: chi ci vuole provare ? (Per fare cosa ? Qualsiasi cosa, piccola, concreta. Il resto verrà da se', lo garantisco per esperienza).


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28.04.2016 Spataro

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