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"«Il buon giudice mette lo stesso scru- polo nel giudicar tutte le cause, anche le più umili; egli sa che non esistono grandi cause e piccole cause, perché l’ingiustizia non è come quei veleni di cui certa medicina afferma che presi in grandi dosi ucci- dono, ma presi in dosi piccole risanano. La ingiusti- zia avvelena anche in dosi omeopatiche" - Calamandrei in Elogio dei giudici



Immigrazione    

L'urgenza delle carceri e dei centri per gli immigrati: un'incostituzionalita' ancora non sollevata

Reclusi, ma non in carceri e senza liberta'. Clandestini certo. E allora facciamo di tutto perche' non entrino clandestinamente, no ?
16.10.2013 - pag. 88340 print in pdf print on web

D

Da Wikipedia, senza mezzi termini:

"I centri di identificazione ed espulsione (CIE), prima denominati centri di permanenza temporanea (CPT), sono strutture previste dalla legge italiana istituite per trattenere gli stranieri "sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera" nel caso in cui il provvedimento non sia immediatamente eseguibile. Essi sono stati istituiti in ottemperanza a quanto disposto all'articolo 12 della legge Turco-Napolitano (L. 40/1998)[1]

"Poiché essi hanno la funzione di consentire accertamenti sull'identità di persone trattenute in vista di una possibile espulsione, ovvero di trattenere persone in attesa di un'espulsione certa, il loro senso politico si traccia in relazione all'apparato legislativo sull'immigrazione nella sua interezza.

"Nell'ordinamento italiano i CIE costituiscono una grande novità: prima non era mai stata prevista la detenzione di individui se non a seguito della violazione di norme penali. A tutt'oggi i soggetti prigionieri nei CIE non sono considerati detenuti, e di norma vengono eufemisticamente definiti ospiti della struttura. Questa anomalia, oltre alla violazione di norme umanitarie, ha provocato aspre critiche nei confronti dei centri."

L'Italia peraltro ha soluzioni per gestire l'immigrazione direttamente ai controlli di confine ?

Non basterebbe una nave, un aereo, una rotta ufficiale che sgominerebbe in due secondi la gran parte di immigrazione clandestina ? Vogliamo fare una vera Coney Island in Italia ?

No.

Si burocratizza l'immigrazione.

La Corte Costituzionale (205 del 2001) prevedeva criteri ben diversi per affermare la costituzionalità di queste regole:

"Il legislatore, con valutazione che non appare affetta da irragionevolezza, ha ritenuto che, per rimuovere gli impedimenti all’esecuzione del provvedimento di espulsione, sia necessario un periodo di tempo che può giungere nel massimo a venti giorni, prorogabili di ulteriori dieci giorni a richiesta del questore, limite varcato il quale è da ritenersi che il trattenimento perda efficacia. Non si tratta di un tempo di restrizione della libertà personale che deve essere consumato interamente. E’ infatti previsto dall’articolo 14, comma 1, del decreto legislativo di cui si tratta che lo straniero deve essere trattenuto “per il tempo strettamente necessario” e quindi, concorrendone le condizioni, la misura deve cessare prima dello spirare del termine ultimo."

Oggi i tempi sono di mesi. E non sono nemmeno carceri che Napolitano vuole svuotare.

Vogliamo dichiararla incostituzionale ? Avvocati ? Forza !

La soluzione ? Oggi l'annuncio di un ulteriore accordo con la Tunisia per fermare tutti coloro che vogliono entrare dal mare. Annegano, chiedono aiuto, ma sono clandestini. Meglio fermarli prima che arrivino, no ? No.

Un paese civile non ha paura degli immigrati. Li identifica velocemente e li lascia liberi. Meglio: organizza un percorso per l'integrazione. La Caritas offre posti, ma trattandosi di clandestini, sono destinati all'espulsione ?


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16.10.2013 Spataro

Spataro

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"«Il buon giudice mette lo stesso scru- polo nel giudicar tutte le cause, anche le più umili; egli sa che non esistono grandi cause e piccole cause, perché l’ingiustizia non è come quei veleni di cui certa medicina afferma che presi in grandi dosi ucci- dono, ma presi in dosi piccole risanano. La ingiusti- zia avvelena anche in dosi omeopatiche" - Calamandrei in Elogio dei giudici








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