Chiude a Milano lo spazio della Fondazione Pomodoro. Perche' e' colpa nostra

Sono stato alla Fondazione Pomodoro. Merito dei motivi familiari che mi hanno portato ad una visita organizzata a questo museo di arte moderna, assolutamente sottovalutato da tutti.

Ricordo ancora di aver letto sul Corriere di un evento, e di essermi precipitato con la famiglia convinto di trovare coda. Eravamo in tre, compresa la nostra straordinardia guida.

Per me, amante dell'arte "classica", è stata la chiave di volta per capire l'arte moderna. Non che mi piaccia tutta, ma mi ha dato la chiave di lettura per avvicinarmi.

Nei miei viaggi ho trovato sempre qualcosa di Pomodoro. A Stoccolma come a New York, sempre in posti dove la presenza veniva sottolineata con enfasi.

A Milano è stato desolante. Mi è sembrato di essere un erudito che apprezza l'arte in mezzo ad un manipolo di disinteressati. In tre per tutto il pomeriggio.

Molti diranno che è colpa delle istituzioni. Certo.  Anche.

Ma nessuno dirà che è colpa dei milanesi che non ci sono andati.

Poi non lamentiamoci e basta. I soldi vanno spesi per gli italiani che valgono, anche se magari costa di piu'.

Peccato pero': lo spazio espositivo della Fondazione Pomodoro non costava neanche tanto ai visitatori.

E mi sono divertito, io e la mia famiglia.

Inutile dire che ne ho parlato agli amici. Mi hanno preso per matto.

Poi non lamentiamoci che le cose belle finiscono dimenticate in Italia.

Impariamo a spendere per quello che merita. In fondo è un museo, si può alternare ad una birra.

La Fondazione Arnaldo Pomodoro continuerà ad esercitare le sue funzioni nella sede di vicolo Lavandai 2/A a Milano.