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"La Giustizia: fondata su potere, sapienza e amore puro." - V. Spataro, commentando Dante



Giudici di pace    

Altri scioperi: I giudici di pace di ANGDP e gli avvocati

Non funziona: c'e' piu' da guadagnare tutti insieme che tutti contro. Ma i problemi sono reali: si riuscira' a reagire coralmente ? Scioperi in arrivo per i giudici di pace di angdp dal DAL 4 ALL'8 APRILE 2011 e per gli avvocati (in attesa di conferma),
29.03.2011 - pag. 77306 print in pdf print on web

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Non sono tempi favorevoli alla soluzione dei contrasti.

Da cnf  si apprendono altri scambi di commenti tra rappresentanti degli avvocati e dei commercialisti.

L'OUA inoltre avrebbe indetto un altro sciopero, secondo fonti non confermate e senza riferimenti sul sito dell'OUA, in contrasto con chi non ha ritenuto l'OUA organismo in grado di indire scioperi.

Infine dai Giudici di pace riuniti attorno alla sigla ANGDP rilevo altra protesta che mi è stata comunicata per posta elettronica: segue il contenuto.

Spataro

 

 

Spett. Civile.it ,

nel solco della crisi della giustizia in Italia , vorrei che la vostra redazione , così attenta ai problemi della giustizia , prendesse  in considerazione la protesta dei Giudici di Pace  che erogano giustizia ai cittadini , patendo l’ingiustizia  del precariato elevato a sistema ,  della assenza di qualsivoglia copertura di assistenza e previdenza,  della retribuzione  “ a cottimo”  che certo non contribuisce a rasserenare le famiglie 

I magistrati di pace ed onorari sono dunque costretti allo sciopero e l'Associazione Nazionale Giudici Di Pace ha proclamato un’astensione dalle udienze dal 4 all’8 aprile 

la magistratura di pace è trattata come la cenerentola della giustizia eppure davanti a tali giudici pende ormai oltre il 50% del contenzioso in materia civile  mentre la percentuale di sentenze appellate è assolutamente residuale.

Inoltre si fa un gran parlare di processo breve, il  processo breve esiste e si tiene dinanzi al giudice di pace! Infatti secondo i dati statistici elaborati dal ministero della Giustizia la durata dei processi dinanzi ai magistrati di pace si è stabilmente attestata in tempi inferiori ad un anno, ovvero un terzo del tempo necessario per la definizione dei giudizi dinanzi ai tribunali. 

In breve le ragioni della protesta.

I giudici di pace non godono di alcuna tutela previdenziale ed assistenziale, sono in buona sostanza lavoratori “in nero” dello Stato e la loro permanenza nelle funzioni dipende da un atto discrezionale dell’esecutivo, che attualmente si estrinseca in una proroga anche trimestrale. L’attuale status dei magistrati di pace è in palese contrasto con la Carta costituzionale, le direttive comunitarie in materia di trattamenti riservati ai giudici onorari, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la Carta di Strasburgo e con la raccomandazione del 17 novembre 2010 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa CM/Rec (2010)12.

 Ebbene , a  fronte di tutto questo l’indennità percepita dai gdp è ferma dal 1999, non essendo stato effettuato neppure l’adeguamento dell’indennità secondo gli indici ISTAT, come previsto dalla legge istitutiva 374/91, 

 

L’ex presidente della Camera Casini ha indicato tra i punti essenziali della riforma della giustizia lo status dei magistrati di pace, sostenendo la necessità di superare il sistema delle proroghe. Il Presidente della Commissione giustizia del Senato Berselli ha presentato una proposta di legge che prevede la continuità delle funzioni ed una copertura previdenziale. L’azione di sensibilizzazione diuturna ed incessante dell’Associazione ha portato alla presentazione in Senato di sette emendamenti bipartisan al decreto milleproroghe che prevedevano la continuità delle funzioni, autorevolmente sostenuti dal Presidente Berselli, dai senatori Benedetti Valentini, Centaro, Boscetto, Gramazio (PDL) e D’Alia, Pistorio, Oliva (UDC), ma il governo si è opposto all’approvazione.

Nel settembre 2008 il ministro Alfano sostenne la necessità di superare l’attuale situazione di precarietà ed il 26 maggio scorso assunse l’impegno di garantire ai magistrati la continuità nell’esercizio delle funzioni, mediante la rinnovabilità dei mandati sino al compimento dei 70 anni di età ed una copertura previdenziale, ipotizzando una partecipazione forfetaria del ministero al pagamento dei contributi.

Lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi aveva più volte espresso in Parlamento il plauso per l’attività svolta dai giudici di pace ed onorari, sostenendo la necessità di una loro valorizzazione.

Manifestammo apprezzamento per le determinazioni dell’esecutivo, del resto le stesse apparvero in linea con la proposta di legge presentata nella scorsa legislatura dall’attuale Guardasigilli, ma le attese sono andate deluse e addirittura nel recente decreto “milleproroghe”  anziché pervenire ad una stabilizzazione del mandato il governo ha introdotto una proroga trimestrale delle funzioni.!!!!!!

Tale sistema di riconferma è inaccettabile, in quanto lede gravemente la dignità, l’autonomia e l’indipendenza del giudice di pace, magistrato appartenente all’ordine giudiziario, la cui funzione è espressamente prevista nella Carta costituzionale all’art. 116. Il sistema delle proroghe si fonda su un decreto legge: può un magistrato giudicante con funzioni proprie e non delegate dipendere da un provvedimento meramente discrezionale dell’esecutivo?

E’ del tutto evidente che solo attraverso la continuità del mandato è possibile assicurare la necessaria autonomia ed indipendenza del giudice, come è già avvenuto per i magistrati tributari e per i magistrati onorari minorili 

Inoltre il governo ha disatteso vari ordini del giorno, ad esempio l’odg A.C. 3778-A del 20 novembre 2010 con cui la Camera impegnava l’esecutivo ad avviare in modo concreto una riforma organica che assicuri la stabilizzazione dei magistrati di pace, in linea con le direttive comunitarie in materia di trattamenti riservati ai giudici onorari, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la Carta di Strasburgo e di recente l’odg A.C. 4086-A, avente il medesimo contenuto

L’Associazione durante i giorni dell’astensione sarà presente negli uffici con i propri dirigenti allo scopo di spiegare ai cittadini le ragioni della protesta e dei disagi che mai avremmo voluto loro arrecare.

rimango a vostra disposizione per eventuali chiarimenti 

dott. avv Silvana Scanu gdp in Cagliari

rappresentante distrettuale


COMUNICATO




ASSOCIAZIONE NAZIONALE GIUDICI DI PACE fondata nel 1994

"La giustizia al servizio dei cittadini"

www.magistraturadipace.it

PROCLAMATA L'ASTENSIONE DEI GIUDICI DI PACE E DEI MAGISTRATI ONORARI DI TRIBUNALE

DAL 4 ALL'8 APRILE 2011

Roma, 15 marzo 2011

L'Associazione Nazionale Giudici di Pace ha proclamato l'astensione totale dalle udienze e dalle attività amministrative dal 4 all'8 aprile, unitamente alle organizzazioni dei magistrati onorari di tribunale (got e vpo).

Non è possibile tollerare oltremodo il trattamento che il governo ci riserva.

1. I giudici di pace non godono di alcuna tutela previdenziale (che era invece prevista per i giudici onorari aggregati) ed assistenziale, sono in buona sostanza lavoratori "in nero" dello Stato.

2. La loro permanenza nelle funzioni dipende da un atto discrezionale dell'esecutivo, che attualmente si estrinseca in una proroga trimestrale. Ciò è inaccettabile, in quanto tale tipo di proroga lede gravemente la dignità, l'autonomia e l'indipendenza del giudice di pace, magistrato appartenente all'ordine giudiziario, la cui funzione è espressamente prevista nella Carta costituzionale all'art. 116 e su cui gravano i medesimi doveri dei giudici di carriera. Il sistema delle proroghe si fonda su un decreto legge. Non possiamo accettare che la permanenza nelle funzioni di un magistrato giudicante con funzioni proprie e non delegate dipenda da un provvedimento meramente discrezionale dell'esecutivo.

Ci si deve rendere conto che solo attraverso la continuità del mandato, mediante conferme quadriennali, è possibile assicurare la necessaria autonomia ed indipendenza del giudice, come è già avvenuto per i magistrati tributari e per i magistrati onorari minorili. Nel nostro caso si attuerebbe un sistema eminentemente meritocratico

In definitiva l'attuale status dei magistrati di pace è in patente contrasto con la Carta costituzionale, le direttive comunitarie in materia di trattamenti riservati ai giudici onorari, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, la Carta di Strasburgo e con la raccomandazione del 17 novembre 2010 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa CM/Rec (2010)12.

3. Il governo è gravemente inadempiente rispetto agli impegni assunti. L'esecutivo, che in un primo momento aveva manifestato la propria disponibilità ad accogliere le principali istanze della magistratura di pace e con il quale abbiamo intavolato un lungo confronto concretizzatosi in una molteplici incontri, ha espressamente rigettato tutte le nostre richieste. In specie ha detto no, senza fornire alcuna motivazione, alla previsione della continuità ed al riconoscimento di tutele previdenziali ed assistenziali. Le nostre istanze vanno nell'interesse del Paese e state recepite in alcune delle proposte di legge presentate da parlamentari ed in specie nella proposta di legge n. 2788 elaborata nella passata legislatura dall'attuale ministro Alfano, che prevedeva continuità delle funzioni e copertura previdenziale. Il ministro non ha mai inteso in alcun modo spiegare perché quella proposta non possa costituire la base di discussione parlamentare, trincerandosi dietro la presunta carenza di risorse.

Ebbene per la previdenza dei giudici di pace occorrono pochi milioni di Euro. Tale discorso non è sostenibile in alcun modo in un Paese che rappresenta la settima/ottava economia al mondo. L'azione di sensibilizzazione diuturna ed incessante dell'Associazione ha portato (cosa che non ha precedenti) alla presentazione in Senato di ben sette emendamenti bipartisan al decreto milleproroghe che prevedevano la continuità delle funzioni, autorevolmente sostenuti dal Presidente della Commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli, dai senatori Benedetti Valentini, Centaro ex presidente della Commissione antimafia, Boscetto, Gramazio (PDL) e D'Alia, Pistorio, Oliva (UDC), ma anche a cagione dell'opposizione del governo gli stessi sono non sono stati approvati. L'esecutivo ha pervicacemente disatteso vari ordini del giorno che pure aveva dichiarato di voler accogliere, tra gli altri l'ordine del giorno A.C. 3778-A del 20 novembre 2010 con cui la Camera impegnava il Governo ad avviare in modo concreto una riforma organica che assicuri la stabilizzazione dei magistrati di pace, in linea con le direttive comunitarie in materia di trattamenti riservati ai giudici onorari, con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e la Carta di Strasburgo ed il più recente odg A.C. 4086-A, avente il medesimo contenuto. Il governo ha recentemente riproposto la figura dell'ausiliario del giudice, che introduce nel nostro ordinamento un "quasi-giudice della quarta età", rigettando quella che poteva costituire la soluzione definitiva al problema della lentezza dei processi, che consiste nell'estendere innanzitutto le competenze del giudice di pace, nel civile con un aumento della competenza per valore fino a 25.000 euro, attribuendo in via esclusiva la materia condominiale e quella dell'esecuzione forzata mobiliare e nel penale l'intera materia contravvenzionale. La mancata consultazione della magistratura di pace associata sul tema del riordino delle piante organiche rischia di produrre l'effetto di minare l'emananda riforma del giudice di pace (che, unica nostra proposta accolta, prevede invece la riduzione del numero dei magistrati di pace in pianta organica) con conseguente irreparabile destabilizzazione della categoria. Anche la mediazione mortifica il ruolo essenziale del Giudice di Pace. Abbiamo chiesto ufficialmente al governo di riservare la mediazione in via esclusiva al magistrato di pace o tutt'al più di eliminare l'obbligo per il cittadino di adire la mediazione per le materie di competenza del giudice di pace, prevedendo la mera facoltà Anche in questo caso il governo ha respinto la nostra proposta. È infine inaccettabile il mancato adeguamento dell'indennità secondo gli indici ISTAT, come previsto dalla legge istitutiva 374/91, ma mai avvenuto dal 1999 ad oggi. Pertanto i magistrati di pace hanno patito un notevole impoverimento: mentre gli altri impiegati pubblici negli stessi anni hanno goduto di aumenti retributivi fino al 35%, le retribuzioni dei giudici di pace sono rimaste ferme.

ll giudice di pace non merita questo trattamento. Nel nostro Paese è l'unico magistrato che celebra il processo breve, con giudizi che hanno in media una durata inferiore all'anno e su di esso grava oltre il 50% del contenzioso civile.

E' sotto gli occhi di tutti la precisa volontà di mortificare la magistratura di pace ed onoraria.

Noi tutti non lo consentiremo.

Il Presidente

Vincenzo Crasto






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