"Una storia non e' mai soltanto una storia" - Babakar Mbaye Ndaak
Osservatorio divorsi
Osservatorio assegno divorzile: lo sfogo di un padre
Un lettore ci segnala un caso. Parliamone insieme.
A
Abbiamo ricevuto una lettera accorata di un padre. Non e' con facilità che scriviamo queste righe, ma vogliamo farlo. Il padre ci dice che dopo l'abbandono della casa da parte di lei si arriva all'ordinanza presidenziale che decide quanto dare a chi e a chi spetta la casa, oltre alle modalità di visita. Il padre e' disperato: scopre che non puo' vedere a Natale i figli e che di 400 euro che guadagna ne deve dare 250 ai figli. Oltre a trovarsi una nuova casa. La lettura della decisione, che alleghiamo anonimizzata, fara' vedere come l'emotività normale abbia messo in evidenza quello che un padre non puo' piu' fare e i costi della decisione. Non dico che il padre stia esagerando. E' veramente una tragedia da affrontare e risolvere. Ma vogliamo ringraziarlo evidenziando i punti che la giurisprudenza attuale non riesce ad affrontare.
La valutazione della decisione non e' negativa, intendiamoci. Se due persone non riescono a trovare un accordo nella separazione, il giudice dovra' decidere d'imperio. Nella maggior parte dei casi poi le parti non hanno mai avuto un foglio di carta bollata che li condanna a fare qualcosa, e la reazione emotiva e' ovviamente fortissima. Per questo ringraziamo dell'invio del testo che abbiamo anonimizzato e mettiamo in lettura perche' ognuno sappia dove si va a parare in caso di separazione. Tuttavia gli aspetti economici, in tempi di crisi, vanno calcolati con molta attenzione. Se chi esce ha un affitto da pagare, e chi resta no, si deve tenere presente di questo. Altrimenti l'affitto e l'assegno per i figli diventa una condanna. Aggiugiamo che chi resta con i figli dara' loro da mangiare, ma solo chi esce e' costretto a dare dei soldi (con le sanzioni che l'ordinamento da' al mancato pagamento). Vi e' anche una valutazione: chi esce si trova ad avere nuovi costi, ma non deve dimenticarsi dei figli. Talvolta l'assegno ha la funzione di ricordare che i figli restano tali, ed anche per questi si e' restii ad togliere l'assegno (pur minimo) a carico di chi esce di casa. Insomma: la separazione comporta come dicono tutti un impoverimento. In tempi di crisi questo significa che e' impossibile mantenere un tenore di vita: dividendo in due si resta con meno della metà. I giudici lo sanno bene e riducono gli importi degli assegni che comunque restano a carico di chi esce di casa. Come si possa quantificare l'assegno in modo meno oppressivo per le parti, e' tutto da studiare. E' chiaro infatti che anche il giudice conosce l'inefficienza italiana di calcolare il reddito delle persone anche per il fisco. Figurarsi per un giudice che deve separare due persone. E' possibile quindi individuare un criterio flessibile per le parti onerate, senza penalizzare i figli ? In sintesi:
24.02.2010 Spataro Osservatorio,osservatorio divorzi,assegno divorzile
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