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Vignette    

Il Parlamento Europeo su rispetto libertà religiosa e d'espressione

La libertà d'espressione è un diritto fondamentale che va difeso, ma non se ne deve abusare incitando all'odio religioso e alla xenofobia. E' quanto afferma una risoluzione del Parlamento che condanna le violenze e critica la condotta di gruppi estremistici e paesi spesso non democratici che, con il pretesto delle caricature di Maometto, le fomentano. L'Aula deplora la ripresa della propaganda antisemitica, condanna l'omicidio di padre Santoro e sollecita il dialogo interreligioso.
17.02.2006 - pag. 29421 print in pdf print on web

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Diritti fondamentali - 16-02-2006 - 14:09

Adottando la risoluzione comune - sostenuta da PPE/DE, PSE, Verdi/ALE, ALDE/ADLE e UEN - il Parlamento difende la libertà di espressione «in quanto valore fondamentale dell'UE», tuttavia essa deve essere esercitata nei limiti consentiti dalla legge e dovrebbe coesistere con la responsabilità personale ed essere basata sul rispetto dei diritti e delle sensibilità altrui. Pertanto, i deputati chiedono a tutti coloro che godono della libertà di espressione di impegnarsi a sostenere i valori fondamentali dell'UE - democrazia, pluralismo, tolleranza - e di non abusare di tale libertà «incitando all'odio religioso o divulgando dichiarazioni xenofobe e razziste volte a emarginare le persone, qualunque siano la loro origine o convinzioni religiose». Il Parlamento, inoltre, precisa che la libertà di espressione dovrebbe sempre essere esercitata nei limiti consentiti dalla legge e dovrebbe coesistere con la responsabilità e con il rispetto dei diritti umani, dei sentimenti e delle convinzioni religiose, «indipendentemente dal fatto che riguardino la religione islamica, cristiana, giudaica o qualsiasi altra religione». Per i deputati, d'altra parte, la libertà di espressione e l'indipendenza della stampa, in quanto diritti universali, non possono essere pregiudicate da un singolo o da un gruppo che si ritenga offeso da parole o scritti. Il Parlamento, pertanto, esprime allo stesso tempo la sua considerazione nei confronti di coloro che si sono sentiti offesi dalle caricature del profeta Maometto, «ma sottolinea che nel quadro dell'attuale legislazione europea e nazionale può essere intentata un'azione giudiziaria contro qualsiasi tipo di condotta offensiva». Inoltre, condanna «nel modo più categorico possibile» il fatto che siano state completamente incendiate le ambasciate di alcuni Stati membri dell'UE, nonché le minacce contro gli individui. Al contempo deplora il fatto che alcuni governi non siano stati capaci di impedire la violenza e che altri governi abbiano tollerato attacchi violenti. In proposito, invita quindi i paesi in cui tali incidenti sono avvenuti «a mostrare chiaramente e nella pratica che tali incidenti in futuro non verranno accettati». I deputati, inoltre, sottolineano che molti dei paesi in cui le violenze e le manifestazioni contro le caricature hanno avuto luogo sono paesi nei quali la libertà di espressione, la libertà di parola e la libertà di riunione «sono regolarmente violate». La risoluzione sottolinea inoltre che un boicottaggio contro uno Stato membro «contraddice il fatto che gli accordi commerciali sono sempre stipulati con l'UE nel suo complesso» e, ricordando la clausola di solidarietà del Trattato, esprime tutto il suo sostegno e la sua solidarietà alla Danimarca e ai paesi e alle persone interessati, confrontati con questa situazione «inaudita e difficile». D'altro lato, i deputati accolgono con favore le dichiarazioni e gli sforzi dei leader delle comunità musulmane europee e nel mondo arabo che hanno condannato con fermezza i violenti attacchi perpetrati contro le ambasciate e l'incendio delle bandiere. Nell'esprimere, poi, la sua solidarietà ai giornalisti in Giordania, Egitto e Algeria che «hanno avuto il coraggio» di ripubblicare e di commentare in modo pertinente le vignette, il Parlamento condanna vigorosamente il loro arresto ed esorta i rispettivi governi ad assolverli da tutte le accuse. Inoltre, afferma di sostenere tutte le forze democratiche - i politici, i media e la società civile - che si trovano di fronte a regimi religiosi autoritari o oppressivi e che lottano contro di essi e condanna l'assassinio di padre Santoro da parte di un fanatico religioso in Turchia e anche le morti di tutte le altre vittime della recente violenza. Il Parlamento, poi, pur riconoscendo che le caricature che hanno generato le proteste non favoriscono il dialogo, si rammarica profondamente del fatto che esistano gruppi estremisti organizzati, sia in Europa che nel mondo musulmano, che «hanno un interesse nell'inasprimento delle tensioni attuali» e che «usano le caricature come pretesto per incitare alla violenza e alla discriminazione». In proposito, sottolinea che la maggior parte della popolazione in tutti i paesi interessati ha un'opinione diversa e lotta per la pace, la stabilità e gli scambi economici e culturali. Inoltre, deplora la ripresa, «in forma ancor più accentuata», della propaganda antisemitica e anti-israeliana in alcuni paesi arabi e in Iran e sottolinea che in tali paesi sono regolarmente pubblicate caricature degradanti e umilianti degli ebrei, il che dimostra che «evidentemente essi non applicano le stesse regole a tutte le comunità religiose». I deputati, pertanto, sollecitano il ritorno a un clima di dialogo costruttivo e pacifico e chiedono l'impegno dei responsabili locali, politici e religiosi per porre fine agli atti di violenza. La promozione del dialogo interculturale e interreligioso e l'avanzamento della comprensione e del rispetto reciproco, a loro parere, rappresentano «una sfida permanente per il mondo globalizzato». Secondo il Parlamento, per lo sviluppo di queste misure occorrerà utilizzare in modo completo il contesto di cooperazione e di dialogo con i paesi partner del Mediterraneo e dell'Asia. In proposito, rammenta che l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) costituisce il forum ideale per cooperare a favore di una società democratica, pluralista, tollerante e fondata sui valori dei diritti dell'uomo.

Riferimento : 2006/02/16 10:30:00 Risoluzione comune su sul diritto alla libertà di espressione e il rispetto delle convinzioni religiose Procedura: Risoluzione comune Dibattito: 15.2.2006 Votazione: 16.2.2006


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