"Chi rappresenta il popolo non puo' permettersi di suscitare il minimo dubbio sulla propria condotta morale." - Rita Borsellino
Privacy
Privacy e sicurezza
La relazione del Garante offre lo spunto per una valutazione dell'ottimo Giovanni Falcone
P
Privacy & Sicurezza Al recente appuntamento annuale davanti alle massime Autorità Istituzionali, il Garante per A scorrere la voluminosa ed interessante relazione, si legge fra l’altro: “”Senza una resistenza continua alle microviolazioni, ai controlli continui, capillari, oppressivi o invisibili che invadono la stessa vita quotidiana, ci ritroviamo nudi e deboli di fronte a poteri pubblici e privati: la privacy si specifica così come una componente ineliminabile della società della dignità.”” Sembrerebbe comprendere che bisogna “resistere”, quasi come una battaglia contro qualcuno che effettua, si afferma testuale, “controlli continui, capillari, oppressivi che invadono la stessa vita quotidiana, …”. Mi permetto di dissentire da una diagnosi così catastrofica, posto che, i “controlli”, quando si decide di farli, devono essere capillari (e non superficiali), senza per questo sentirsi oppressi. Di fronte alle quotidiane e gravissime minacce provenienti da organizzazioni terroristiche, in primo luogo di area islamica, sussiste l’esigenza di coniugare La globalizzazione, che ormai ci ha favorevolmente impressionato per tanti aspetti, facendoci vivere le bellezze e, in qualche caso anche gli orrori dell’intero pianeta con estrema rapidità, soprattutto grazie alle moderne tecnologie, deve altresì imporci una rivisitazione di certe regole tese a proteggere e garantire la nostra stessa sopravvivenza. Assicurare il controllo permanente di milioni di persone che si spostano da un continente all’altro, fra i quali tanti malintenzionati, in qualche caso addirittura vocati alla morte, non è impresa facile. Installare strumenti sofisticati in una piazza, in un’area aeroportuale o in una struttura particolarmente frequentata, non deve impressionare nessuno se l’obiettivo, come sembra essere, è quello di assicurare la sicurezza di tanti. Personalmente, se non ho nulla da nascondere, cosa potrò mai temere, se non dire grazie a coloro che, con tanti sacrifici, sono chiamati a proteggere la collettività. Allo stato, per esempio, sempre per rimanere in tema, ritengo che, una delle prime e più urgenti misure da introdurre per rendere più efficiente il meccanismo di identificazione e controllo delle persone, è sicuramente quella delle “Impronte digitali” da inserire nei documenti di identità alla stessa stregua del civico di residenza. Frequentemente assistiamo ad operazioni di polizia che smantellano basi logistiche di organizzazioni terroristiche (in qualche caso riguardanti anche la criminalità organizzata), dedite alla falsificazione di documenti di identità (passaporti, patenti di guida, carte d’identità etc.), scoprendo soggetti che usano, indifferentemente ed alla bisogna, diverse identità a seconda delle circostanze, rendendo in tal modo pressoché impossibile qualunque attività di prevenzione da parte degli Organi di polizia. Per concludere, ritengo che, se nessun dubbio si pone sull’assoluta opportunità di certe misure che possono anche sembrare limitative delle libertà di ognuno, qualche accorgimento e tutela ulteriore sia indispensabile nella conservazione ed utilizzo di tali informazioni sensibili. In altri termini, se dobbiamo sopportare con intelligente pazienza le denominate “microviolazioni”, dobbiamo anche pretendere che tali informazioni vengano trattate e gestite nel rispetto dei principi ricordati dal Garante e codificati nella Carta Costituzionale. Ben vengano quindi, quando serve, le sanzioni del Garante per Come tutte le cose, quando il buon senso prevale, si potrà comprendere che Bari, 13 febbraio 2004 giovanni falcone (1) GARANTE PER Relazione 2004 Discorso del Presidente Stefano Rodotà (Discorso svolto il giorno 9 febbraio alle ore 11,00, presso Signor Presidente della Repubblica, nella natura di queste relazioni al Parlamento ed al Governo è il loro presentarsi, insieme, come bilancio e come programma. Una rivoluzione pacifica La pacifica rivoluzione della privacy è cominciata l’8 maggio del 1997, con l’entrata in vigore della legge n. 675 del 1996 che ha finalmente attribuito a ciascuno il potere di governo delle informazioni che lo riguardano. Da allora è proseguita senza soluzioni di continuità, con una complessa costruzione che sappiamo destinata a non essere mai interamente compiuta, immersi come siamo in una ininterrotta dinamica tecnologica e sociale che ci mostra un avvenire sempre mutevole. La privacy è di tutti Proprio sulla lunga frontiera della società il Garante si è fortemente impegnato anche nell’anno appena trascorso. Nel momento in cui cresceva il ricorso al credito da parte delle famiglie e dei singoli, il Garante ha risposto con un codice deontologico che rende più sicuro il trattamento dei dati raccolti in questo delicatissimo settore. Persona e informazione totale Nella discussione pubblica su temi di tanto rilievo s’insinua un dubbio legato al rapporto che si stabilisce tra le persone e il sistema dei media. In una società dell’apparire, della corsa senza freni ad una qualsiasi presenza pubblica, ha ancora senso preoccuparsi di una difesa della privacy che pare rifiutata dai comportamenti sociali? E, allo stesso tempo, l’invadenza dei media non sta provocando pure una “implosione nella privacy”, un rifugiarsi nel privato con effetti di rifiuto della comunicazione con gli altri? Un diritto di “uscita” Ma non è solo nella società della spettacolarizzazione continua che emerge con forza il bisogno di ritirarsi dietro le quinte per riflettere, per rifiatare. Più cresce la nostra immersione nella società dell’informazione totale, più si diffondono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, più si amplia l’area in cui si forniscono beni e servizi in cambio di dati personali, maggiore diventa l’esigenza di precisare la posizione in cui si trova ciascuno di noi. Questo esige uno sguardo nuovo sugli strumenti giuridici disponibili, sull’utilizzazione delle stesse tecnologie come fattori di tutela della privacy e, in conclusione, sulla nuova dimensione costituzionale che sta emergendo. La costruzione elettronica della persona Le maglie dei sistemi di controllo basati sulla continua raccolta di informazioni personali sembrano farsi sempre più strette. Si tratta di una vicenda che il Garante ha sempre analizzato e seguito nelle sue manifestazioni più significative. Un nuovo quadro costituzionale Nasce da qui la necessità di riconsiderare alcune fondamentali categorie costituzionali. Il Garante e l’interesse generale Questo non è compito dei soli studiosi, di una dottrina costituzionalistica consapevole. È obbligo, in primo luogo, del legislatore e di tutti coloro che sono chiamati ad applicare norme nelle materie toccate dall’innovazione scientifica e tecnologica, dunque in primo luogo della nostra Autorità. Ma l’osservazione della realtà mostra quante siano la difficoltà di muoversi in questa direzione. Indipendenza ed efficienza Questo progressivo allargamento degli orizzonti non riflette una sorta di volontà di potenza del Garante, che vorrebbe signoreggiare tutte le possibili materie. Proprio dall’Europa ci giungono significative conferme della giustezza del cammino da noi intrapreso. L’11 gennaio di quest’anno 17.02.2005 Giovanni Falcone Giovanni Falcone Link: http://www.civile.it/riciclaggio
|