Borsellino, Rita Atria, Falcone e le scorte

Non mi dilungherò in parole.

Mi chiedo solo: come è stato possibile che Falcone e Borsellino costruissero tante radici in mezzo a noi cittadini, fino a rendere evidente ogni passo falso delle istituzioni ?

Penso al CSM, ai ministri, alla polizia.

Ancora oggi la loro eredità è più forte di chi rappresenta le istituzioni.

Ieri ho trovato insopportabile la ricostruzione cinematografica di Falcone che dice: "mi deve chiamare giudice". Le riprese e la recitazione non trasmettavano un servitore dello Stato che pretende rispetto dello Stato, ma un arrogante che impone lo Stato in quanto Stato. Penso sia un mio errore, una mia esagerazione, ma non l'ho sentito tollerabile. Ripeto, non importa se mi sbaglio e non vorrei: ho cambiato canale.

Il senso dello Stato l'abbiamo visto da Costanzo. Il ruolo del media l'aveva capito bene la mafia e la politica. Noi forse ci arriviamo oggi.

E ancora oggi ci chiediamo come tanti anni fa.

Non so voi. Ma mi aspetto di vederli sbucare dietro l'angolo loro, con le loro scorte, sorridenti, insieme anche ai collaboratori suicidatisi, tutti sorridenti. Poi guardare alcuni di noi con compartecipazione, e altri con ammonimento.

Questo li rende unici. E ci ha reso migliori. Hanno comunicato con i media i valori antimafia, contro coloro che sui media stessi cercavano di delegittimarli.

Chissà. Forse si ripeterà. Per ora un processo è stato infagato continuamente proprio sui media. Il ruolo della stampa è sottovalutato.

Come è stato sottovalutato il fatto che non era un giudice singolo, ma un binomio. Due contro tutti. Uno si può sovrastare. Due ancora no.