C'è un metodo che propongo da anni per capire se il problema è nuovo e se nel passato è stato già normato.
Si tratta di sostituire la parola chiave con quella che, per natura, è compatibile.
"ChatGPT raccoglie dal web senza chiedere consenso".
Dopo l'accordo: "ChatGPT raccoglie dal web secondo il legittimo interesse".
Era proprio quello che anticipavo quando raccomandavo di considerare ChatGPT come Google: entrambi rastrellano dal web. Le operazioni successive di trattamento naturalmente distinguono i due servizi, ma la parte di rastrellamento è identica: addrestrare i loro server.
TikTok, come altri servizi, mostrano contenuti improponibili anche ad adulti. Non si tratta di proteggere solo i minori, ma anche gli adulti. Penso allo staff dell'azienda che, per conto di Facebook, censurava contenuti violenti: lo staff è finito tutto sotto cure psichiatriche.
Non smetterò mai di ricordarlo: è emblematico di quello che l'informatica aiuta a far emergere e consentirebbere di perseguire penalmente.
Ora però il Garante propone l'identificazione anagrafica tramite servizi di terzi privati.
La domanda non è l'identifiicazione, che pure lascia perplessi se non su base volontaria, quanto appunto l'obbligatorietà.
Non è difficile ricordare il precedente della stampa pornografica vietata ai minori, del divieto di bere ai minori, vietato vedere film vietati ai minori o inadeguati con bollino rosso, vietati i rapporti sessuali tra minori e vige il divieto di guidare auto comunimente usate dai genitori ai minori, tutto per la loro sicurezza.
Infatti pare che il ruolo dei genitori sia supposto passivo, diseducativo, e che la scuola non sia sufficientemente pronta a educare all'online. Tutti luoghi comuni confermati da tanti casi, ma sconfessati da altrettanti almeno.
Il problema esiste, ma la domanda da porci è se il legislatore può vietare tutto per sostituirsi ai genitori, o aiutare lo Stato nella funzione educativa dei cittadini.
Per motivi di sicurezza dovremmo usare solo mezzi pubblici. Sarebbe più sicuro. Meno libero, ma più sicuro.
Ora il problema qui è di bloccare l'accesso ai minori, controllando ogni accesso.
A tutte le piattaforme ? A quelle soggette a DSA, DMA ? E i maggiori ? Possiamo controllare tutto per impedire che commettano reati ?
Il bollino rosso in tv aiuta minori ma anche adulti che possono discutere e comprendere insieme. Parlarsi, diventare famiglia. Ogni facile scorciatoria ha dimostrato nel passato che vietare tutto è qualcosa che repelle i cittadini, sia esso l'alcool che il voto libero.
Chi difenderà dai danni psicologici chi controlla gli abusi del web ? Un controllo dell'età rigoroso ? Impedirà che adulti immaturi ed egosti pensino solo ai propri interessi animali ?
Perchè allora, secondo il metodo socratico, portiamo alle conseguenze. Non tuteliamo solo i minori, ma vietiamo agli indagati, ai condannati, ai molestatori, anche solo di leggere un libro, di accedere a internet, perchè potrebbe commettere reati, anche se non sono ancora reclusi. Ops. Ci siamo già.
Cominciamo a chiederci fino a che punto vogliamo vietare ogni attività pericolosa.
Potremmo arrivare al punto di fissare una linea dimenticando il diritto cosa ha fatto fino ad oggi per proteggere i minori: pene severe per chi commette reati.
E se fosse una azienda ? Ci sono le normi. Ma come controllare tutto ?
Ecco. Vogliamo ancora controllare tutto, vietare tutto. Il diritto in questa fase storica chiede questo.
Certo. Peccato che siano noti gli studi di un diritto fondato sulla paura e un diritto fondato sulla promozione dei diritti, della convivenza.
Certo: più facile usare bastone e carota. I giornali criticheranno meno.
Ma se siamo arrivati in una certa posizione, sapremo gestire i giornali e coinvolgerli.
Già alcuni esempi di campagne si stanno facendo. Si può continuare con esperti della comunicazione, prima che con esperti del diritto. Esperti dell'apprendimento, prima che con giudici.
Cioè il diritto è uno degli strumenti per affrontare i problemi.
Lo sanno bene tutti coloro che senza avvocati riescono a risolvere problemi. Con maggiore dialogo, meno scontro.
Sento già qualcuno dire: il solito idealista.
Si documenti nell'editoria specializzata. Altro che idealista.
Non ho giudizi, non ho risposte definitive.
Ma sono certo che se restiamo tra norma prima e norma secondaria questa società diventerà ancora più violenta per motivi ancora più pretestuosi.
Siamo condannati a crescere insieme. Ognuno sa fare la propria parte. Coinvolgiamo tutto lo Stato, non limitiamoci a definire nuove regole, nuove divieti. Prendiamo fiato: sentirsi accerchiati dalle mille iniziative è facile. Lo siamo tutti. Ma per trovare soluzioni nuove dobbiamo percorrere strade nuove.
Chiediamo a chi, anche all'estero come in Italia, le sta percorrendo.
Come si dice nel web: sono i miei 2 cents per aiutare. La critica sterile e banalizzata non mi interessa. Mi interessa la critica costruttiva e ci provo, sperando che venga colta come tale.
Su chat control parleremo più avanti.