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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9282 documenti.

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Dizionario 15.03.2023    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Shortner: cosa significa - dizionario

In pessimo italiano, accorciatori di link.


Valentino Spataro

 

I

Il più famoso, ma no il primo, è bit.ly.

Molto facili da usare: si inserisce un link, comprensivo di parametri, e il servizio offre un link breve il cui dominio è quello del servizio seguito da un codice casuale o meno.

Il codice può essere personalizzato a mano, a seconda del servizio e dell'eventuale abbonamento richiesto.

Ricordo un vecchio open source "shortner" molto semplice che offriva anche semplici metriche come il numero di usi del link accorciato.

Oggi anche questi servizi potrebbero essere altamente profilanti, memorizzando i dati dei browser, di connessione, e i fingerprint associandoli ai contenuti visitati e quelli di partenza: inevitabile la complessità di una informativa che offre un servizio ma anche profila, le attuali indicano ogni più ampia profilazione, temo senza chiedere il consenso.

Anche i social più famosi  (YouTube, Linkedin, Twitter, Google, etc ) offrono soluzioni simili, basandosi probabilmente sui consensi già raccolti.

Il problema è nel link di destinazione, non visibile prima di cliccare. Solo i servizi più attenti e i browser o client di posta elettronica (fairmail per android) opportunamente programmati possono avvisare del link di destinazione, quindi è necessario avere un antivirus che controlli anche i link prima di visitarli.

In Chrome la rimozione dell'evento che consente di controllare una url prima di navigarla è considerato un grave attacco alla sicurezza della rete, perchè imporrebbe di usare solo il servizio di Google che indica cosa è pericoloso e cosa no, invece di usare risorse pubbliche e limitare tutti i tracker pubblicitari indesiderati.

Si noti che i linkridotti/abbreviati/accorciati sono ampiamente usati nel phishing via email e anche nelle pubblicità distribuite dai provider. Il più delle volte sono controllati, ma la natura dinamica può portare a danni dopo il controllo iniziale. In caso di malware vengono usati domini apparentemente "puliti" senza passare dai provider più famosi, che poi spesso sono bloccati.

La tecnica dello shortner, in fondo, è quella di qualsiasi redirect/reindirizzamento.

Per questo alcuni software bloccano anche i server noti per contenere documenti di chiunque, come Amazon S3 o altri, che invece sono legittimi.

Per difendersi valgono le comuni tecniche di monitoraggio della navigazione, descritte nel contenuto riservato agli iscritti all'osservatorio privacy e cybersecurity di Civile.it

15.03.2023 Valentino Spataro



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