Di fatto, nei mesi di lockdown dovuti alla pandemia, abbiamo visto chiaramente come i media digitali hanno saputo accomunarci, non solo diffondendo informazioni fondamentali, ma anche colmando la solitudine dell’isolamento e, in molti casi, unendo intere famiglie e comunità ecclesiali in preghiera e in adorazione.
Allo stesso tempo, l’uso dei media digitali, specialmente dei social media, ha sollevato un gran numero di questioni etiche serie che richiedono un giudizio saggio e perspicace da parte dei comunicatori e di tutti coloro che si occupano dell’autenticità e della qualità delle relazioni umane.
A volte e in alcuni luoghi, i siti dei media sono diventati ambiti di tossicità, incitamento all’odio e notizie false.
Nell’affrontare questa sfida, Signis può svolgere un ruolo importante attraverso l’educazione ai mezzi di comunicazione e una rete di media cattolici, e combattendo bugie e disinformazione.
Vi incoraggio a perseverare in questi sforzi, prestando particolare attenzione al bisogno di assistere le persone, specialmente i giovani, a sviluppare un assennato senso critico, imparando a distinguere la verità dalla menzogna, il giusto dallo sbagliato, il bene dal male, e ad apprezzare l’importanza del lavorare per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto della nostra casa comune.
Vorrei anche incoraggiarvi a considerare le molte comunità nel nostro mondo che restano escluse dallo spazio digitale, facendo dell’inclusione digitale una priorità della vostra pianificazione organizzativa.
Facendo ciò, darete un contributo significativo alla diffusione di una cultura della pace radicata nella verità del Vangelo.
Nel mio Messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest’anno ho parlato dell’ascoltare come del primo e indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione, e ho chiesto ai giornalisti di sviluppare la loro abilità di “ascoltare con l’orecchio del cuore”.
Più di qualsiasi altra cosa, l’“apostolato dell’orecchio” vi appartiene in quanto comunicatori cattolici.
Di fatto la comunicazione non è solo una professione, ma è anche un servizio al dialogo e alla comprensione tra individui e comunità più vaste nella ricerca di una serena e pacifica coesistenza.
Ascoltare è altresì essenziale al viaggio sinodale che l’intera Chiesa ha intrapreso in questi anni.
È mia speranza che, nella vostra comunicazione, contribuiate a questo processo assistendo il santo e fedele popolo di Dio nel nostro impegno ad ascoltarci l’un l’altro e ad ascoltare la volontà del Signore a crescere nella consapevolezza che partecipiamo in una comunione che ci precede e ci include.
Anche in questo modo, i vostri sforzi per promuovere la Pace nel Mondo Digitale aiuteranno a creare una Chiesa sempre più “sinfonica”, la cui unità è espressa in una polifonia armoniosa e sacra.
Cari fratelli di Signis, con questi sentimenti, vi invio i miei migliori auspici oranti per il vostro lavoro e per la fecondità spirituale di questo Congresso Mondiale.
Su di voi, le vostre famiglie, i vostri colleghi e tutti coloro che servite, invoco le abbondanti benedizioni di saggezza, gioia e pace.
Vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 15 giugno 2022
Francesco
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L'Osservatore Romano, Anno CLXII n.162, lunedì 18 luglio 2022, p.
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