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Cittadinanza    

Ius Scholae - Non è un tema politico

Buttare tutto in politica.

19.07.2022 - pag. 95953 print in pdf print on web

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"E' una mia battaglia." "Allora se è tua non la devo fare passare." "Io ho deciso di no." "Io ho deciso di si'." "Io ho deciso quello che tu non vuoi fare." "Io non ho deciso ma tu ti sbagli."

Il punto è uno solo.

C'è gente che studia in un paese per anni. Lo conosce. Sono integrati, sono amici, ci arricchiscono con la loro propria cultura. Possono lavorare bene e come chiunque e subito senza che vada a raccogliere pomodori.

Ogni altra considerazione è razzismo. Nemmeno latente.

Noi non dobbiamo cedere la nostra torta.

Certo. Dobbiamo lasciare che si riduca (denatalità) e rinsecchisca.

Il mondo va avanti e noi abbiamo dei vicini che sono come noi, ma qualcuno non li vuole: sono più liberi di noi, elettori meno prevedibili.

Chi studia in Italia può diventare italiano. E' sempre stato cosi'. Perchè ora no ?

In classe un mio compagno era inglese. Maggiorenne chiese di diventare italiano e non ci furono problemi.

Non eravamo razzisti allora, lo siamo ora.

Ma un sito storico di diritto deve prendere posizione e non lisciare i lettori a tutti i costi.

L'Articolo 2 si rivolge a tutti.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Basta politiche razziste. E ricordate che i compagni di scuola li considereranno sempre cittadini, non stranieri con permesso di soggiorno.


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19.07.2022 Valentino Spataro

Valentino Spataro

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