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Democrazia    

Hegel e la separazione dei poteri

I nome dei diritti dei cittadini in senso unitario verso uno stato non contraddittorio si legittima la fine della separazione dei poteri.

02.09.2021 - pag. 95660 print in pdf print on web

L

Leggo da Wikipedia:

"Nonostante il suo indubbio successo la separazione dei poteri, nella formulazione sopra illustrata, è stata ed è oggetto di svariate critiche a livello teorico, ispirate a concezioni di tipo organicistico.

"Il filosofo Hegel limitò il principio della separazione dei poteri in favore dello Stato etico, affermando che se i poteri fossero autonomi si verificherebbe lo sconquasso dello Stato e che tramite essi si raggiunge "un equilibrio generale, ma non un'unità vivente", mentre lo Stato è un tutto organico, "una totalità organizzata e distinta in attività particolari"[13], e che in generale "le parti sono costituite e determinate dall'intero". Ciascun potere è una totalità "per il fatto che esso ha attivi in sé e contiene gli altri momenti"[14]. Lo Stato esercita quindi l'interezza del suo potere qualunque sia la funzione particolare che volta per volta venga in rilievo. In ogni atto statuale c'è tutto lo Stato."

Lo Stato Etico è uno Stato senza contraddizioni.

L'esigenza è evidente: perchè non ci siano contraddizioni, quindi errori, lo stato deve muoversi come un tutt'uno e tutt'unico, senza separazioni.

In nome dell'etica.

Questionario anonimo:

Il diritto oggi è prevedibile?

L'etica aggiunge valore al diritto?

Il rispetto delle leggi è un vantaggio?


invio risposte anonimo. Guarda i risultati.
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Io propongo a tutti un metro di lettura dell'etica nel diritto.

Quando un giurista si rivolge all'etica per risolvere questioni legali, non applica le regole esistenti (il perchè lascio a voi valutarlo), ma propone nuove regole in modo che pesino di più da una parte della bilancia: la parte opposta alle regole codificate.

Il ricorso all'etica è il modo preferito per stravolgere l'applicazione delle leggi

L'etica è uno strumento rivoluzionario perchè non codificata, quindi ognuno in buona o male fede può crearla come crede, nella prospettiva di una visione unitaria, coerente, senza errori.

Peccato che la democrazia indichi ineluttabilmente la supremazia delle:

  •  libertà e responsabilità degli errori
  •  molteplicità di valori
  •  opportunità in ternini di meglio peggio, non del meglio o del paggio assoluti

Di questi tempi l'etica più del diritto; la coerenza più della diversità, il pensiero unico più della resilienza fondata sulle diverse opinioni; di questi tempi dicevo è dura.

Il problema non è nella democrazia ma nella mancanza o eccesso di applicazioni delle regole, talvolta.

Si è preferito gestire la democrazia con interventi eccezionali invece che far funzionare tutto per tutti.

Sia il caso esemplare il caso che porta le novità: questo il mantra.

Democrazia invece è far funzionare al meglio tutto per tutti, non solo quando si ricorrre ai tribunali.

Peccato che non sia il momento più opportuno per ricordare che il diritto lo si fa insieme e seguendo i fatti.

Il diritto che non segue i fatti è autoritario: promuovere i pannelli solari è una misura fiscale; obbligare tutti ad averli è dittatura.

Portiamo a casa un secondo principio.

In dittatura le regole non seguono la realtà ma ne vogliono imporre una migliore.

Si dirà per un buon fine. Machiavelli ringrazia, ma non è democrazia. Diverso promuovere con politiche fiscali e commerciali un progresso diffuso, anche mantenendo le leggi.

Oggi abbiamo scritto due indicatori per capire quando ci si trova in democrazia e quando in una dittatura, e il modo per misurare i diversi livelli di propensione.

Ne verranno altri.


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