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"Sembra sempre impossibile finche' non si fa" - Nelson Mandela



Bilancio    

Intervento di Emma Bonino del 20.12.2018

Legge di bilancio maxiemendata con testo di 28161 righe nuove, illeggibili.
23.12.2018 - pag. 94356 print in pdf print on web

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PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Bonino. Ne ha facoltà.

BONINO (Misto-PEcEB). Signor Presidente, confesso che prendo la parola in quest'Aula con grandissimo disagio; con il disagio di chi, per cultura, per tradizione, per pratica, ha fatto del rispetto delle istituzioni il punto cardine della sua attività politica. Prendo la parola con disagio, perché a me pare che oggi compiate, in questi giorni già così cupi, un ulteriore grave attacco, il più grave nella storia della nostra Repubblica, alla democrazia rappresentativa (Applausi dai Gruppi PD, FI-BP e Misto-LeU), alla Costituzione e all'ordinamento liberale così come, seppure imperfetto, lo abbiamo conosciuto in questi anni.

Vedete, che il Parlamento sia umiliato, esautorato, ridotto all'irrilevanza, anzi - consentitemi - quasi alla farsa, non è un trofeo di cui andare orgogliosi, non è un vulnusall'opposizione, ma è una ferita grave a tutti, al Paese, alla democrazia. (Applausi dai Gruppi PD e FdI).

Vedete, perché dico che è quasi una farsa? Kafka a noi francamente farebbe un baffo. Alla Camera avete preteso, con la fiducia, la votazione su una manovra farlocca che tutti sapevamo non esistere (lo leggevano ogni mattina). Qui pretendete, allo stesso modo, una votazione con la fiducia su un oggetto misterioso che nessuno ha avuto la possibilità, oltre che il dovere, di esaminare. Il presidente Conte ieri ci ha dato alcune cifre, ma mi pare che più che altro da molti vengano dati i numeri e dare i numeri non è sinonimo di partire dalle cifre: è dare i numeri. Questi ottantatre giorni e quelli precedenti non solo sono stati inutili, ma sono stati dannosi in termini politici, di credibilità del nostro Paese e in termini economici per gli italiani, le italiane e le famiglie di questo Paese. I costi politici non li recupererà più nessuno e il tutto in questi mesi è stato accompagnato da esternazioni giornaliere dei due vice, Salvini in particolare, irrispettose, da bullo di periferia, volgari quando non direttamente insultanti verso chiunque. (Applausi dai GruppiPD e FI-BP).

Se un magistrato osa dire che a indagini aperte sarebbe bene non twittare, gli si risponde che è stanco e che vada in pensione. Se un alto funzionario prova a dire che i numeri sono una cosa e le cifre macroeconomiche sono altro, gli si risponde in modo sprezzante che si faccia eleggere e poi parli perché «noi siamo eletti da 60 milioni italiani», e non è vero, perché sono tanti ma non sono 60. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). E comunque, con 60 meno uno e sono contenta, per lo meno, di capire quali sono le nostre differenze di fondo sulla gestione politica e liberale di un Paese come si deve.

E vogliamo continuare su «Tanti nemici tanto onore» oppure «Tireremo dritto», oppure «Cacceremo 500.000 clandestini», frasi con cui ci avete rintronati per mesi di campagna elettorale? Salvo che tra una birreria e una bocciofila, a un certo punto il Ministro dell'interno ha avuto persino il tempo di passare al Ministero e qualcuno gli ha suggerito che non era possibile - glielo dicevamo da mesi - e ha dovuto ammettere che in effetti ci vorrebbero ottant'anni. E dopo tanto fracasso dannoso e controproducente e tanta volgarità, tanto disprezzo per le istituzioni nazionali e non, una penosa e silenziosa retromarcia, per nostra fortuna e per fortuna dell'intero Paese. A chiunque abbia potuto evitare che il vagone Italia precipitasse nel burrone, va il nostro apprezzamento e quello dell'intero Paese.

Eravamo vicini al burrone e io, che non apprezzo per cultura il «Tanto peggio tanto meglio», devo anche dire che non precipitare nel burrone è un valore per tutti e anche per questo Paese.

Nel merito, molto è stato detto. Colleghi, è veramente bizzarro, per non dire di peggio, che un Governo così sovranista, il Governo del «prima gli italiani», poi si faccia dettare la manovra, dettaglio per dettaglio, dalle istituzioni europee, e per fortuna. (Applausi del senatore Comincini). Però questo è «prima gli italiani» o il Governo sovranista. Così è stato fino a ieri sera, all'altra notte, a domenica o quando diavolo era. È una bella scoppola!

Capisco le assenze di Salvini e di Di Maio ieri: uno impegnato in famiglia e poi in birreria, e l'altro sicuramente in grandi attività. Ma, dopo tutte le limature per ben 10 miliardi - alla faccia delle limature - questa rimane una manovra spendacciona in spese correnti, una manovra elettorale che non affronta affatto i problemi reali di questo Paese. Un doppio sfregio: uno sfregio istituzionale e uno sfregio per il rilancio del Paese.

Per onorare quello che rimane di questa democrazia parlamentare, sono seriamente tentata di non partecipare al voto; non mi capita mai. (Commenti dal Gruppo M5S). Ah, poveracci!

MALPEZZI (PD). Portate rispetto!

BONINO (Misto-PEcEB). Voi che non capite il senso delle istituzioni, non avete idea di quanto è grave... (Applausi dai Gruppi PD e FI-BP). Non capite quanto è grave la decisione che sto per prendere, perché voi le istituzioni non le rispettate. (Commenti dal Gruppo PD).

PRESIDENTE. Senatrice Bonino, si rivolga alla Presidenza.

COMINCINI (PD). Abbiate rispetto!

BONINO (Misto-PEcEB). Colleghi, mi difendo da sola. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Non capite quanto è grave la decisione che devo assumere, per quanto attaccamento ho alla democrazia aperta, alla democrazia liberale; quella democrazia che mi sembra il modo meno peggiore di governare un Paese. Voi passate addosso alle istituzioni come rulli compressori. Vedete, serviranno anche a voi un bel giorno. Serviranno anche a voi. (Applausi dai Gruppi PD, FI-BP e del senatore Errani).

Ne ho visti altri passare e andare, ma quello che resta sono esattamente gli equilibri di potere tra i vari ruoli. Qui non c'è neanche più la differenza tra l'esecutivo e il giudiziario o tra l'esecutivo e il legislativo. Non c'è più. E non c'è neanche il rispetto per le agenzie indipendenti: chi non è d'accordo, se ne vada o si faccia eleggere. (Applausi dai Gruppi PD e FI-BPCommenti dal Gruppo M5S).

DONNO (M5S). Ma cosa vuoi?

PRESIDENTE. Concluda, senatrice, ha finito il suo tempo.

BONINO (Misto-PEcEB). Ho finito il mio tempo, ma non ho finito il mio impegno a difesa della democrazia e dell'Europa per come la conosciamo (Applausi dai Gruppi PD e FI-BPMolte congratulazioni).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vitali. Ne ha facoltà.

VITALI (FI-BP). Signor Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, è difficile rimanere insensibili all'intervento di chi mi ha preceduto, che dimostra tutto l'attaccamento alle istituzioni, al ruolo, alle funzioni alle quali siamo votati e che dobbiamo rispettare e onorare anche in quest'Aula. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Tuttavia, nella mia non breve esperienza parlamentare, signor Presidente, non mi era mai capitato che si arrivasse a discutere di un manovra finanziaria senza che la Commissione bilancio non dico l'avesse esaminata, ma avesse votato almeno un emendamento: notti e giorni senza fare nulla. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Siamo al 20 dicembre, intorno alle ore 20, e ancora non sappiamo - ma probabilmente non lo sapete neanche voi, colleghi - quale sarà la manovra che domani saremo chiamati a votare. E probabilmente domani, quando sarà presentato il maxiemendamento, ci darete due ore per i subemendamenti, quando voi, in tre mesi, ancora non siete stati capaci di varare una manovra finanziaria. (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Questa non è serietà, ma è un insulto all'intelligenza e alla rappresentanza parlamentare (Vivi e prolungati applausi dai Gruppi FI-BP e PD), perché anche noi siamo eletti dal popolo, anche noi siamo rappresentanti del popolo, anche noi, in quest'Aula, svolgiamo prerogative e funzioni simili a quelle che svolge la maggioranza e abbiamo lo stesso diritto ad essere rispettati, affinché il nostro lavoro sia fatto nella maniera migliore.

Vede, signor Presidente, abbiamo visto la differenza qualche minuto fa: pur non essendo responsabilità dell'opposizione il ritardo con il quale arriveremo a votare la manovra finanziaria, pur non conoscendo ancora nei dettagli e precisamente quali saranno le poste cambiate, quali saranno gli interventi aggiuntivi e quali verranno sottratti, abbiamo proposto, non in maniera provocatoria, ma in maniera seria e responsabile, pur di avere il diritto di esaminare e di far discutere i nostri emendamenti - e anche di farli bocciare - di venire a votare il 24 e il 26 dicembre (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD), ma c'è stato detto di no. Poi però si va sui social network e nelle piazze a dire che qui ci stanno persone che non fanno nulla, quando invece abbiamo proposto di sacrificare anche le feste - che tutti avremmo il diritto di passare con i nostri familiari - per stare qui a servire il Paese e per rimediare a una vostra responsabilità e a una vostra inadempienza. Voi, però, avete detto di no! (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Signor Presidente, facciamo un passo indietro: non è passato molto tempo dal 28 settembre, quando da quel balcone, battendo i pugni sul petto, si diceva: «Abbiamo varato la manovra del popolo, con il 2,4 per cento di deficit, in cui ci sono tutte le risorse e tutte le promesse che abbiamo fatto in campagna elettorale. Noi non andremo in Europa con il cappello in mano!». No, voi siete andati in ginocchio e avete fatto pagare un prezzo altissimo al Paese! (Applausi dal Gruppo FI-BP e del senatore Faraone), perché da quel 2,4 per cento siamo passati al 2,04 per cento e, probabilmente, quando leggeremo i saldi, ci accorgeremo che siamo passati al 2 per cento di deficit. Se aveste evitato tutto questo casino, avreste evitato che 250 miliardi di euro di risparmi degli italiani andassero in fumo! (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD). Questa è la vostra grande responsabilità. Avete perso credibilità e autorevolezza e siete andati nel confessionale di quell'Europa, alla quale avete sbattuto in faccia la vostra arroganza, a pregare e a supplicare di far passare una manovra, che vi servirà soltanto per la campagna elettorale delle europee.

Come già successo ad altri autorevoli esponenti politici prima di voi, arriva sempre il giorno del giudizio e non quello universale, ma quello popolare. Forse riuscirete anche a raggiungere il vostro obiettivo alle elezioni europee, ma il vostro consenso non durerà tanto, perché è fondato sulla sabbia e sulle promesse che avete già tradito e che continuerete a tradire. Per varare questa manovra e per avere l'autorizzazione da parte dell'Europa, che non è un atto di fede, ma è un'autorizzazione subordinata, a gennaio vi chiederanno di vedere i compiti che avete fatto e a febbraio o marzo vi chiederanno una manovra correttiva (Applausi dai Gruppi FI-BP e PD): ricordo che per l'anno prossimo avete già impegnato 23 miliardi di euro di clausole di salvaguardia, che pagheranno gli italiani, e per il 2021, 26 miliardi di euro. Che cosa significa? Molto semplice: voi sapete che non governerete in quel tempo. Voi volete soltanto rubare un consenso alle elezioni europee e andare a casa, perché andrete a casa, o di vostra volontà o mandati dal popolo. (Applausi dal Gruppo FI-BP). Saranno altri ad assumere la responsabilità di tirare dalle secche il Paese che voi avete portato in queste condizioni.

Allora mi rivolgo ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che nella mia terra, nella mia Regione e in tutto il Sud, hanno fatto incetta di voti, hanno preso tutti i collegi uninominali promettendo scintille a favore del Mezzogiorno. Voi avete una grande responsabilità e di questa responsabilità un giorno sarete chiamati a rendere conto. Voi avete aumentato il divario fra il Nord e il Sud; non avete unificato il Paese, ma lo state dilaniando e dividendo. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Voi ne siete i maggiori responsabili, perché eravate voi che avevate il dovere di rappresentare e difendere il Mezzogiorno. Noi saremmo stati dalla vostra parte, perché saremmo stati dalla parte dei più deboli e dalla parte del Mezzogiorno. E voi che cosa avete fatto? Dov'è finito il credito d'imposta? Come pensate che si possa sviluppare l'economia e possa aumentare l'occupazione nel Mezzogiorno d'Italia? Avete tagliato 800 milioni per i fondi di solidarietà sociale; avete tolto tutti gli ammortamenti. Pensate che al Mezzogiorno basti un rivisto reddito di cittadinanza o qualche elemosina di questo tipo? Non conoscete i meridionali! Noi potremo essere anche poveri, ma abbiamo un bene inestimabile che è la dignità e sulla nostra dignità non passerà nessuno, neanche il MoVimento 5 Stelle. (Applausi dal Gruppo FI-BP).

Avevamo bisogno di investimenti e di riduzione delle tasse. Non chiedevamo elemosine. Rispetto al reddito di cittadinanza, a voi che andate sui giornali, sulle piazze e sui social network a dire che tutte le promesse sono mantenute, ricordo che eravate partiti da 9 miliardi, ora ne sono rimasti 7; togliamone uno per i centri di occupazione e ne sono rimasti 6. La platea di poveri assoluti del nostro Paese è formata da 5 milioni di italiani; dividendo i 6 miliardi per i 5 milioni di poveri viene forse qualcosa in meno di quei famosi 80 euro che sono stati drammatici per qualchedun altro e che segneranno lo stesso destino anche per voi. (Applausi dal Gruppo FI-BP. Congratulazioni).


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23.12.2018 Spataro

Senato

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