Sembra che la malizia non sia dei giovani.
Forse nemmeno l'innocenza.
63 ragazze, che nemmeno si conoscono tra di loro ("Io ne conosco 4 o 5") condividevano foto proprie di nudo via Whatsapp.
"Abbiamo iniziato la chat dopo la fine della scuola, durante le vacanze estive, un po’ per noia, un po’ per divertirci, ma pensavamo rimanessero solo fra noi, per scherzare e ridere, non avremmo mai fatto scatti da distribuire in giro"
Che gioco è farsi le foto nude e scambiarsele ?
Cerchiamo di non assolverci facilmente. Che cavolo di gioco è ? Chiamiamolo con il suo nome. E' curiosità sessuale adolescenziale, la nudità non è gioco a meno che non si voglia mercificare il proprio corpo. Il corpo non è mai un oggetto di gioco, sia fotografato che non.
Le foto sono uscite dalla ristretta cerchia (63 persone !, per favore) perchè qualcuno ha scaricato le foto di una ragazza dal telefonino. Poi un hacker (possibile certo, come un fulmine ora!) le avrebbe messe online.
Vale ancora una volta quello che dice la polizia:
- chi sono i tuoi amici su internet ?
- Quanti ?
- Li conosci tutti ?
- Per sentito nominare ?
- Non sai nemmeno chi siano ?
- Pensi ancora che le tue comunicazioni siano private ?
Vale una sola regola, e lo dicevo ad un convegno per le asl a Milano alla fine degli anni '80: "qualsiasi cosa a computer resta per sempre, si può trovare".
Ragazzi. Per favore.
Nella vita, come su internet, non ci si può fidare ad occhi chiusi di nessuno, nemmeno di noi stessi.
Perchè tutti possiamo sbagliare o essere ingannati.
Per questo certe cose non si fanno. Stop. E non parlo solo di selfie di nudi.