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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9282 documenti.

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Dizionario 16.03.2017    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Watson: cosa significa - dizionario

Una applicazione del "cognitive computing"
Spataro

 

D

Da IBM:

"Watson è il nuovo supercomputer che prende il nome dal fondatore di IBM. È stato sviluppato da un team IBM deciso a vincere una grande sfida: costruire un sistema in grado di competere con la capacità, squisitamente umana, di rispondere con sicurezza, velocità e precisione a domande formulate in linguaggio naturale, cioè la lingua parlata, ricca di sfumature, modi di dire e metafore.

"Per Watson sono state sviluppate oltre 1.000 tecniche algoritmiche per la raccolta e la valutazione di dati strutturati e non."

Cosa sa fare ? 

Diciamo che, come tutte le soluzioni di smart computing, impara per step a elaborare i dati forniti (strutturati o meno) in funzione dei risultati richiesti.

Voglio sapere quanto spesso ci si ammala in Italia ? Pago Watson per analizzare i dati storici e presenti a sua disposizione per valutare il passato e predire il futuro, verificando le predizioni.

Qualche giorno fa (oggi 16.2.2017) è uscita la notizia che IBM nella sede dell'EXPO avrebbe avuto in regalo i dati sanitari degli italiani. La notizia data così non è notizia. Watson a Milano si occuperà di dati sanitari europei. Che poi ci siano sempre più furti di dati sanitari, genetici e altro non è certo legabile a IBM ma ad un trend diffuso mondiale che analizza questi dati sempre più interessanti.

La normativa sulla privacy in Italia è molto rigorosa, creando già situazioni abnormi là dove non dovrebbero esserlo, e rivelando invece situazioni sbagliate finalmente sanzionabili.

Gli avvocati hanno il dovere di riservatezza. Tanto basta, ed è ben superiore alle regole della privacy che sono utili per specificare i comportamenti pratici di rispetto di quella riservatezza.

Per i medici dovrebbe essere lo stesso.

Ma solo un ingenuo può pensare che le regole attuali possano bastare.

Se, e ipotizziamo se, qualcuno cedesse a qualcun altro dati personali anonimi, già frutto di elaborazione e non attribuibili a nessuno, il contratto sarebbe valido ? Si', se il contratto di raccolta fosse regolare.

Ma in questi contratti è prevedibile una forma di spossessamente o di concessione in uso ? Esclusiva non esclusiva ?

Il problema è sulla sostanziale esclusività della cessione di questi dati ad un soggetto, e non ad altri. Come autorizzare il migliore laboratorio del mondo ad analizzare i dati, e lasciare le briciole agli altri laboratori ordinari.

Ecco, questo è quello che si sta ripresentando nell'internet detta 4.0: delle centrali di raccolta di dati interessanti anche ad altri soggetti che stanno facendo di queste posizioni dominanti un vantaggio competitivo tale da fermare ogni sviluppo diffuso di altri operatori capaci nel settore.

Possibile che tutto debba svilupparsi nell'ottica della sicurezza gestita da pochi, invece che nella partecipazione diffusa ? Penso al modello Wikipedia: tutto gratis, tutto condiviso, tutto controllato da tutti.

I nostri dati potranno essere analizzati solo da qualcuno sulla base di un contratto, o chiunque potrà vederli come opendata ?

Gli sviluppatori, prima dei politici e della gente, sta già rispondendo: preferirei regalare a tutti i miei dati, in creative commons o gpl per esempio, piuttosto che autorizzare qualcuno e solo lui ad usare i miei dati.

Qui ci dobbiamo chiedere: il senso di Nazione è così scomparso da attribuire a privati sempre più quote di archivi nazionali importanti ? Sembra che gli unici database importanti siano il catasto e quelli fiscali (compresa la nascita e la carta d'identita').

E su tutti gli altri dati sembra che siano solo di chi ha la licenza ad usarli. Gli Open Data fanno ancora poco, così come sono, da soli.

16.03.2017 Spataro
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