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Osservatorio sul diritto e telecomunicazioni informatiche, a cura del dott. V. Spataro dal 1999, 9266 documenti.

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Dizionario 09.01.2017    Pdf    Appunta    Letti    Post successivo  

Fake news: cosa significa - dizionario

Notizie falsificate
Spataro

 

F

Fake news letteralmente notizie falsificate, artefatte, costruire e, in definitia, inventate.

Non solo false, ma costruire per essere verisimili, o alimentate.

Vox populi, vox dei è uno di quei brocardi che evoca una saggezza popolare nel giudizio definitivo su qualche fatto. Oggi con i social tate voce popolare può anche essere misurata.

Le fake news sono di due tipi:

  1. di fonte istituzionale
  2. di fonte privata

Tra le più celebri possiamo annoverare:

  1. le strisce chimiche degli aerei
  2. l'incendio di Roma attribuito a Nerone che per difendersi l'attribuì ai Cristiani
  3. l'autista polacco che cercò di impedire al terrorista di buttare l'autobus sul mercatino natalizio a Berlino

Il fenomeno del complottismo da sempre trae profitti sulla credulità popolare. Così come le maghe e gli imbonitori del futuro.

Oroscopi e dichiarazioni dei politici sono due filoni particolarmente alimentati dall'interesse popolare e dagli intermediari che veicolano queste bufale per profitto.

In tema di bufale tutti conoscono Attivissimo che ha avuto il pregio di proporre un metodo per valutarle. Il metodo da lui seguito consiste nel riconoscere la tipica struttura della bufala, credibile ma troppo tempestiva e iperbollica nelle conseguenze, oltre ad un successivo controllo dei fatti.

Wikipedia è un esempio di lotta alla bufala. Seguendo le modifiche si cerca di evitarla e smascherare ogni contraffazione citando le fonti e verificandole. La citazione attribuisce la responsabilità di una affermazione a qualcuno. La libertà di modifica e commento, in canoni enciclopedici, consente di commentare e dare un significato più ampio alle singole dichiarazioni.

In poche parole chiunque può scrivere, ma il gruppo dei lettori che controlla le modifiche può intervenire quando ritiene che il contenuto sia una bufala o non enciclopedico.

Wikipedia è entrata nel mirino più volte. Mirino dei critici che vedono nel gruppo moderatore una forma di autocensura talvolta solo autocelebrativa. Queste critiche sono sstate spesso sollevate al team italiano, ma anche agli altri team. Ci sono persino servizi online che garantiscono di poter inserire ad arte modifiche utili a qualcuno, ad una azienda, ad un politico.

Il tema però è esploso con Trump. L'algoritmo di Facebook è stato accusato di aver alimentato e sostenuto la candidatura, quando il fondatore invece ha ribadito che l'algoritmo dovrebbe proporre quello che ognuno vuole leggere, anticipando il bisogno.

Google dal canto suo combatte le pagine inutili, create solo per sviare traffico, ancora una volta usando la reputazione altrui, cioè il numero di iink esterni e il tempo di permanenza. Cosi', a contrario, per distruggere un sito basta linkarlo da siti di fake news e creare un traffico artificiale di utenti finti che si collegano e scappano dal sito dopo pochi istanti.

Tra i motivi delle fake news ve ne sono due principali: commerciali e politici.

Se il motivo è invece personale spesso si parla di trollo o psicopatici di varie intensita'. Il tutto però dipende da cosa ne pensa la maggioranza dei commentatori.

Nella storia sono gli storiografi che possono cambiare il significato di un evento sulla base dell'analisi delle fonti documentali e non.

Un attento lavoro di ponderazione delle fonti che documentano fatti (diari, cronache, libri, quadri, arte, oggetti, lettere, ...)

Quando a questo lavoro scientifico si sosituiscono istituzioni statali deputate al controllo, si parla a proposito di censura.

Perchè l'autorevolezza di uno storico si fonda sul consenso dei colleghi e del pubblico. Quella delle istituzioni sul potere di decidere e sanzionare, sia pure motivando come in un tribunale dove però la decisione resta di uno o pochi.

A cavallo di Capodanno Pitruzzella, presidente dell'antitrust italiano, dichiara in una intervista al financial times che è opportuno avere una rete europea di agenzie contro le fake news.

Nel discorso di fine anno il presidente della Repubblica Mattarella usa toni incredibili contro internet e il dovere di controllo delle bufale che alterano i risutati elettorali (il referendum perso dal Governo è sintomatico).

Pochi giorni dopo un commissario europeo indica che è necessario creare una autorità europea.

Il web è insorto unanime, registrando come questa tendenza censoria non sia limitata, ma diffusa in ogni stato. Direi io, diffusa quanto lo è l'umanità e la ricerca della verita'.

Clamorosa fu la gaffe involontaria ma provocata sulla moschea di Sucate di un noto esperto di sicurezza informatica, cavaliere di tante battaglie informative, compromettendo la candidatura di un politico.

Le proposte attuali vertono tutte sulla necessità di poter cancellare contenuti dal web, dimenticando invece tutte le fake news di fonte ufficiale.

Cosa facilitata oggi dal fatto che Facebook è una internet semplificata, gestitata da una sola entita', e quindi più facilmente influenzabile di una pletora indistinta e diffusa di blog.

Il tema è apertissimo quindi, e ogni induzione in materia viene bollata come complottismo.

La verita', peraltro, non è in quello che si dice, ma in quello che non si dice e non si dimostra.

Una autorità che decida scientificamente cosa è vero e cosa non lo e', non è democrazia. Il giudice decide sulle diffamazioni, sui procurati allarmi, sui danni causati dalle menzogne, nelle recensioni, nell pubblicità comparativa. Caso per caso.

Ma leggere che non vi sono regole a tutela è una troppo. Ne esistono anche troppe forse.

Gli strumenti devono essere scientifici, non autorevoli. E si possono sviluppare soluzioni informatiche che assistono le imprese, così come già dieci anni fa ne sviluppai io per mie esigenze.

Gli algoritmi aiutano efficacemente a decidere, anche usando lo smart computing e i big data. Ma vanno calibrati, e questo resta tipicamente umano.

Ma la decisione finale resta umana. Presa di autorità significa aver paura del confronto e del saper sostenere le proprie tesi in contraddittorio.

E' il contraddittorio democratico. Impedire il confronto alimenta, da sempre, gli estremismi.

Il vero problema è invece nei silenzi, nelle omissioni. Chi governa senza spiegare le proprie scelte lascerà sempre spazio ai dubbi.

Il problema delle fake news è in sostanza questo: le fake news nascono quando chi fa qualcosa non ne spiega in modo trasparente e verificabile le ragioni. Magari puntando sull'emotività o spostando l'interesse su temi secondari, operando sugli operatori di comunicazione oggi tutti pesantemente indebitati e tenuti in vita dai contributi pubblici, senza dei quali chiuderebbero domani.

Una società debole non è quella con dubbi., ma quella che vive di sole certezze dettate dall'alto.

ADDENDA 28.4.2018

Come si fanno tradizionalmente a gestire i dubbi in modo costruttivo ?

Con la trasparenza.

La comunicazione che viene spinta in avanti rispetto ad altre è un problema di concorrenza sleale se non c'è trasparenza.

E' un problema, prima di tutto, di pubblicità occulta. Leggendo il codice IAP è evidente che si potrebbe applicare la normativa a tutti coloro che pagano per promuovere un messaggio rispetto ad altri. Ma ancora manca la sensibilità politica e giuridica di riconoscere le fondamenta di questa applicazione letterale della normativa esistente.

09.01.2017 Spataro
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