Il Cyberbullismo non è bullismo online: il relatore conferma le nostre critiche
Abbiamo alzato la voce per tempo per dire che il ddl sul bullismo non era solo contro il bullismo, ma anche per la censura su internet, qualcosa di molto diverso.
Leggo il resoconto stenografico della Camera e vedo che Paolo Beni, il relatore di maggioranza, conferma quanto abbiamo detto tutti noi.
Paolo Beni stesso ha detto che bullismo e cyberbullismo due cose totalmente diverse:
"Ciò perché noi riteniamo che mentre il bullismo, nella sua manifestazione tradizionale, fisica, è tipicamente fenomeno adolescenziale, che caratterizza un disagio dell'età evolutiva tanto della vittima, quanto dell'artefice, eccetera, il bullismo, che dalla dimensione reale si sposta sulla dimensione virtuale e che, quindi, viene esercitato attraverso gli strumenti che consentono l'accesso alla rete Internet, non può essere circoscritto come fenomeno nell'ambito di una fascia ristretta di età, perché, inevitabilmente, l'anonimato che viene garantito dalla Rete, la caduta di remore e di inibizioni di fronte alla protezione che lo schermo del computer consente, fa sì che anche gli adulti che usano in maniera distorta, errata, spesso offensiva, spesso a fini violenti la Rete e i «social» siano portati a comportamenti che equivalgono a quelli del cyberbullismo nella dinamica relazionale che innescano."
E allora ?
Sul bullismo nulla da dire. Infatti siamo per #nocensuranobullismo.
1) il cyberbullismo del ddl 3139 non è il bullismo
Il cyberbullismo ha una definizione tutta diversa. Imprecisa, generica, usa termini comuni nel contesto del codice penale dove quei termini sono già definiti come reati.
Ingiuria, minaccia, violenza, stalking, istigazione al suicidio, ricatto: sono tutti comportamenti definiti come reati, online e offline.
Ma la definizione di cyberbullismo (che non è bullismo online) è tale da ricomprenderli tutti e sovrapporsi ad essi. Già immagino gli avvocati dilungarsi per capire quale norma si applica con la scadenza della prescrizione.
2) Ai minori le norme degli adulti
Inoltre cyberbullismo oggi è norma per gli adulti che verrà applicata anche ai ragazzi. E in questo caso farà danni incalcolabili.
Perchè insistere a scrivere una norma che nasce per essere discussa a lungo, invece che applicata ?
L'unica norma che si applicherebbe subito, e questo è sintomatico della censura, è quella che impone la rimozione entro 24 ore, salvo intervenire il Garante con multe fino a 180.000 euro, prima ancora che un qualche comportamento sia riconoscibile come illecito.
3) Riguarda ogni contenuto online. Anche di giornali e Tv.
A rischio chat di Whatsapp , gruppi Facebook, blog, archivi online, archivi online di giornali, radio e televisioni che finalmente potranno essere cancellati anche quando il Garante riteneva fosse diritto di cronaca legittimamente esercitato.
Perchè voler fare allora una legge sul cyberbullismo, così come introdotto il 27 luglio, con un mese di vacanza e senza voler approfondire le conseguenze di una norma frettolosamente aggiunta che litiga con tutte le altre già applicabili ?
Perchè si vuole una norma per zittire chiunque in qualsiasi contesto e in modo rapido. Oppure non ci si rende conto che può essere usata cosi'.
Il bullismo, o il ricatto sessuale, è ben altro. Basterebbe un collegamento diretto tra social network e polizia per disporre nei casi valutati dalla polizia il blocco immediato.
Ah. Mi dicono che la polizia già interviene sul web ? Infatti. Magari potenziamo il loro ottimo lavoro, no ?
Tutta la documentazione su appellobullismo.wordpress.com