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"I nostri problemi vengono creati dall'uomo, percio' possono essere risolti dall'uomo." - John F. Kennedy 1962



Salvabanche    

Il Fondo interbancario dei depositi e prestiti non dispone attualmente delle risorse per il rimborso integrale

Maccarone e' il presidente del FITD Fondo interbancario dei depositi e prestiti. Nel video il commissario di Banca Etruria pubblicato su youtube il 17.11.2015. Il decreto del Governo del 22.11.2015
14.12.2015 - pag. 91852 print in pdf print on web

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"Infatti l'eventuale rimborso integrale dei depositanti delle quattro banche comporterebbe un utilizzo di risorse di cui il  Fondo interbancario attualmente non dispone."

Audizione Ecco l'audizione integrale:

Il professor MACCARONE, dopo aver descritto lo status giuridico del Fondo interbancario di garanzia e le modalità di contribuzione, obbligatoria dal 1997 da parte di tutte le banche, fa presente che il Fondo interviene per tutelare l'affidabilità del sistema bancario italiano, la cui storia è caratterizzata  dall'assenza di fallimenti bancari. Rimarca poi che il Fondo è attualmente impegnato in relazione all'amministrazione straordinaria della Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche, Banca dell'Etruria e della Cassa di Risparmio di Chieti. L'unica finalità dell'intervento del Fondo è il rimborso dei depositanti, ma lo stesso può adottare misure alternative,  anche relative alla ricapitalizzazione, a condizione che il costo complessivo delle operazioni alternative sia inferiore a quello del rimborso. Nel caso specifico della Banca di Ferrara, la ricapitalizzazione per circa 300 milioni di euro, è meno costosa del rimborso dei depositanti aventi titolo.

L'oratore prosegue facendo presente che la imminente adozione degli schemi di decreto legislativo attuativi delle direttiva BRRD si inserisce nel quadro descritto permettendo interventi che risultano quanto mai urgenti. Infatti l'eventuale rimborso integrale dei depositanti delle quattro banche comporterebbe un utilizzo di risorse di cui il  Fondo interbancario attualmente non dispone. Fa inoltre presente che la disciplina vigente prevede la restituzione alle banche degli apporti al Fondo mentre invece nel nuovo regime i conferimenti rappresentano un costo per gli istituti di credito.  Viceversa, a legislazione vigente il Fondo può disporre degli affidamenti delle prime sette banche italiane per intervenire a sostegno delle citate banche in difficoltà. Per l'aumento di capitale, del resto già deliberato dall'assemblea della Banca di Ferrara, il Fondo avrebbe già predisposto le risorse per intervenire e individuato i componenti del consiglio di amministrazione, ma tale intervento non è effettuabile in quanto la Commissione europea limita l'intervento del Fondo interbancario al rimborso dei depositanti considerando aiuto di Stato un sostegno alla banca in difficoltà. Si tratta di un'interpretazione a suo parere molto discutibile permanendo la quale, peraltro, in assenza di specifici interventi, risulta difficile assicurare la sopravvivenza delle banche citate.

            Le problematiche illustrate, prosegue l'oratore, potrebbero essere inquadrate anche alla luce dello strumento del salvataggio interno (bail-in), ma ritiene che tale istituto, sostanzialmente estraneo alla tradizione giuridica ed economica del sistema bancario italiano, ha bisogno di un periodo piuttosto ampio per essere metabolizzato ed opera con una rigidità che rischia di essere penalizzante per tutti gli investitori e i depositanti non garantiti. Viceversa, nel nuovo regime la risoluzione della crisi affidata alla Banca d'Italia quale autorità nazionale consentirebbe, quale misura di ripartizione degli oneri, l'intervento del Fondo, che si è già messo in condizione di operare con la massima celerità. Un esito diverso, a suo parere, costituirebbe una sconfitta per il Paese, considerando anche gli effetti sistemici che potrebbero derivare dalla contemporanea messa in liquidazione di quattro banche. Confida peraltro che tutti i soggetti istituzionali coinvolti operino nel senso da lui auspicato.

 

Il presidente Mauro Maria MARINO apprezza l'intervento del professor Maccarone e ritiene che la questione della valutazione dell'intervento del Fondo interbancario quale aiuto di Stato da parte della Commissione europea merita una particolare attenzione anche sotto il profilo delle garanzie pubbliche per la cessione dei crediti deteriorati.

 

         Il senatore VACCIANO (Misto) chiede di chiarire le modalità operative del Fondo che diviene il maggiore azionista delle banche oggetto di ricapitalizzazione.

 

Il senatore SCIASCIA (FI-PdL XVII) chiede di chiarire la richiesta dell'audito in merito alla data di entrata in vigore delle disposizioni recate dagli Atti del Governo n. 208 e n. 209.

 

La senatrice BOTTICI (M5S) chiede qual è l'ammontare delle risorse a disposizione del Fondo e come si spiega la presa di posizione della Direzione generale concorrenza dell'Unione sugli aiuti di Stato.

 

Il professor MACCARONE fa presente che il Fondo prevede l'assunzione di partecipazioni della Cassa di Risparmio di Ferrara per circa il 95 per cento del capitale sociale, avendo già stabilito l'assegnazione di warrant ai vecchi soci per evitare il carattere espropriativo dell'intervento. Lo statuto del Fondo prevede che le partecipazioni acquisite vengano successivamente cedute nel medio periodo, poiché il Fondo agisce in una logica di salvataggio della banca e non di investimento.

Rimarca peraltro che la successiva vendita ad altre banche appare al momento  problematica, mentre è emerso un interessamento dei fondi di investimento. Fa inoltre presente che il Fondo potrebbe anche agire in una logica unitaria rispetto alle quattro banche in difficoltà valorizzandone gli asset in una prospettiva sistemica. Puntualizza poi che la sollecitazione non è rivolta ad un rinvio della data di entrata in vigore degli schemi di decreto legislativo, bensì, al contrario, di renderne quanto prima efficaci le disposizioni per utilizzare gli strumenti, diversi dal bail-in, previsti per la risoluzione delle crisi.

Si sofferma poi analiticamente sui meccanismi di finanziamento del Fondo unico di garanzia nella prospettiva del nuovo regime dell'Unione bancaria, sostenendo che la previsione di apporti delle banche ex ante appare adeguata alla sostenibilità degli interventi eventualmente necessari.

Conclude il proprio intervento giudicando priva di fondatezza la interpretazione dell'Unione europea, ritenendo che gli interventi del Fondo, pur astrattamente attraibili in un area pubblicistica (in virtù dell'obbligo legale e delle competenze della Banca d'Italia) non comportano l'utilizzo di risorse pubbliche.

Rispondendo poi alla senatrice Bottici, fa presente che i versamenti delle banche per finanziare il Fondo saranno in futuro contabilizzati come costi. 

 

         Il PRESIDENTE ringrazia il professor Maccarone e dichiara conclusa l'audizione. Avverte quindi che la documentazione acquisita nell'ambito dell'odierna procedura informativa sarà resa disponibile per la pubblica consultazione nella pagina web della Commissione.

 

Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.        

Qui finisce l'intervento

Dopo le divulgazioni della stampa in materia sono seguite queste precisazioni:

Precisazioni Salvatore Maccarone, in merito alle dichiarazioni rilasciate nel pomeriggio in Senato: “Preciso che non ho mai parlato di uno scenario di fuga dei depositi, non ho mai detto che c’è un rischio di liquidazione, se non si superano le obiezioni UE – ha dichiarato con un comunicato il presidente del Fondo Interbancario – né tanto meno ho dichiarato che altrimenti si segnerebbe in maniera tragica la sorte di queste banche. Preciso di aver ribadito invece la ferma volontà del Fondo di intervenire, così come ha già deliberato, nel salvataggio delle banche attualmente commissariate, nel tempo più breve possibile e nell’ambito di un contesto normativo stabilizzato, attraverso l’adozione del decreto delegato di recepimento della BRRD e con l’ottenimento delle autorizzazioni previste dalle norme in vigore. Il Fondo ha elaborato e intende realizzare un piano in grado di ristabilire la piena operatività delle banche, in tempi rapidi, così come è stato programmato, in conformità alle sue finalità istituzionali ed utilizzando i mezzi di cui esso dispone o che comunque ha predisposto per i propri interventi, per la tutela dei depositanti e dei risparmiatori”.

Purtroppo perĂ² il documento di Barbagallo

Impediti In Italia i sistemi di garanzia sono soggetti privati; i loro interventi alternativi al rimborso dei depositanti sono deliberati autonomamente e finanziati con risorse anch’esse private. L’assunto è inoltre in contrasto con la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi, che prevede e disciplina questi interventi. Assimilarli ad aiuti di Stato significa,di fatto,impedire che essi possano essere effettuati, come è invece previsto dalla normativa europea vigente e come è auspicabile in un’ottica di complessivo coordinamento tra le disposizioni sulla concorrenza e quelle sulla gestione delle crisi.


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