Se non è guerra, è la cosa più vicina.
Per modi, affermazioni e reazioni si tratta dello scontro frontale più violento tra Europa e USA, ed è sui dati personali.
Ogni nazione può impedire il dialogo con gli USA. Questo il succo della decisione.
Caso ben noto ai lettori, quello dello studente austriaco che fa saltare per aria Facebook e il mondo del cloud internazionale.
Gli USA avevano irriso l'avvocato generale che aveva sostenuto quanto fatto proprio dalla Corte Europea di Giustizia
Solo la Corte è competente a dichiarare invalido un atto dell’Unione, ma le autorità nazionali di controllo, investite di una domanda, possono, anche se esiste una decisione della Commissione che dichiara che un paese terzo offre un adeguato livello di protezione dei dati personali, esaminare se il trasferimento dei dati di una persona verso quel paese rispetta i requisiti della normativa dell’ Unione sulla protezione di tali dati , nonchè adire i giudici nazionali, allo stesso titolo della persona interessata, affinchè procedano ad un rinvio pregiudiziale per l’esame della validità della decisione.
e ancora.
La Corte afferma che la Commissione non aveva la competenza di limitare in tal modo i poteri delle autorità nazionali di controllo .
Per questo complesso di motivi, la Corte dichiara invalida la decisione della Commissione del 26 luglio 2000.
Tale sentenza comporta la conseguenza che l’autorità irlandese di controllo è tenuta a esaminare la denuncia del sig . Schrems con tutta la diligenza necessaria e che a essa spetta, al termine della sua indagine, decidere se, in forza della direttiva, occorre sospendere il trasferimento dei dati degli iscritti europei a Facebook verso gli Stati Uniti perchè tale paese non offre un livello di protezione dei dati personali adeguato