Segui via: Newsletter - Telegram
 

"Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perche' sono oppresse. In realta', fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse." - George Orwell



Bioetica    

Trapianti di organi da eutanasia

Eutanasia per salvare altri ? E se invece fosse per lucro ?
13.09.2013 - pag. 88128 print in pdf print on web

A

Abbiamo già parlato dei corpi di feti abortiti fatti in parti da usare per ricerche contro malattie.

La novità ora è che in Belgio si possono allestire due sale: in una per l'eutanasia e l'espianto, nell'altra il trapianto.

Il problema non è tanto che la pratica sia legale o meno. Il problema è la mancanza di dibattito pubblico.

In ambiti medici se ne parla apertamente, nulla di nascosto. Bene.

La domanda e': se il codice italiano vieta la donazione di organi che possano portare a lesioni permanenti che minano la sopravvivenza del donatore, la pratica dell'eutanasia nella stanza accanto per il trapianto, in Italia non sarebbe penalmente rilevante ?

E in Belgio no ?

Abbiamo visto in tanti "sette vite" (Will Smith, Muccino).

Il donatore si sentiva colpevole. Decide di donare la sua vita a 7 meritevoli, entrando pesantemente nelle loro vite, evitando di salvare alcuni, decidendo lui da solo tutto quello che doveva essere il destino della propria vita e di quelli ai quali avrebbe donato gli organi.

I trapianti attuali fanno di tutto per proteggere l'anonimato tra donatore e donatario. Nei casi nei quali l'anonimato salta, i rapporti tra le persone sono di grande stima, umanita', non sono noti eccessi o particolari problemi.

Ma il suicidio assistito, talvolta legale, può essere finalizzato al trapianto ?

E' tanto pazzesco pensare anche ad abusi e non si dovrebbe almeno monitorare con attenzione questi casi ?

E' vero: oggi si possono salvare moltissime persone con organi di defunti, senza approfondire come si arriva alla morte.

Ma i vivi non dovrebbero dimenticare che tutto è lecito per il fine. Il fine non giustifica i mezzi.

Possiamo accettare un estremo atto d'amore per salvare altri ? Possiamo accettare un estremo atto per salvare finanziariamente una famiglia ? Non sono percorsi diversi che rendono odiosa la seconda ipotesi ?

Possiamo solo lasciare alla coscienza personale, o dobbiamo verificare se vi sono benefici non solo umanitari per il donante ?

Non voglio rispondere. Bisogna riflettere fino a che punto la libertà personale è tutelabile. La libertà di uccidere non è tutelata. Morire per un compenso economico a favore di eredi ?

 


Condividi su Facebook

Segui le novità di Civile.it via Telegram oppure via email: (gratis Info privacy)

    






"Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perche' sono oppresse. In realta', fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse." - George Orwell








innovare l'informatica e il diritto


per la pace