L'avv. Guglielmo Troiano (da seguire il suo blog troiano.org) segnala su facebook la recente decisioni del Tribunale di Milano sui suggerimenti di Google.
La tesi, in attesa di leggere il testo della decisione, è chiara: Google elabora alcuni dati e li pubblica. Per questo ne risponde.
Conformemente una precedente senza del trib. di Milano )in Suggerimenti nei motori di ricerca: condanna per diffamazione Trib. Milano, ord., 24 marzo 2011, Pres. Bichi, Rel. Padova ) ed anche in Germania una pronuncia simile.
La tesi sembra essere affascinante:
"Secondo il Tribunale di Milano, su reclamo presentato da due fondazioni benefiche e dal loro presidente, l'interfaccia di ricerca è, con tutta evidenza, contenuto di provenienza di Google, non di terzi."
E ancora:
"Nel contenuto, o nelle logiche, esso non è materiale creato e proveniente da terzi, presentato senza alterazioni. Non è individuabile qui alcun terzo per il quale la condotta del provider sia trasparente."
Quindi proviamo a riassumere:
- secondo i ricorrenti il contenuto è di Google perchè è presentato alterato rispetto all'originale
- non è indicata la fonte (i terzi) a cui addebitare la condotta
- "Google non opera come mero intermediario (ISP passivo), ma come “ISP attivo”"
Tesi veramente affascinanti. Ma dimenticano la realta'.
...
Sto ora leggendo il testo dell'ordinanza, messa a disposizione dall'avv. Troiano.
Prendo atto come la qualificazione giuridica di fatti sia difficile per chi non è programmatore.
Come è possibile dire che Google fa da hosting provider per l'indicizzazione dei testi e non delle ricerche ?
E così via, ci sono varie affermazioni che contrastano con il servizio stesso.
Il giudice insiste sul fatto che Google crea attivamente correlazioni tra parole.
Ma attivamente non significa consapevolmente, che è quello che richiede la direttiva.
Ancora peggio è che i ricorrenti non lamentavano questo aspetto, ma solo la ritardata rimozione da parte di Google dopo la contestazione di giugno, perchè l'associazione non sarebbe affermativa ma, in sostanza, solo una accozzaglia di parole messe insieme.
Non siamo ancora nel merito. Ne leggeremo delle belle.
Il tema è tanto più interessante quanto piu' riguardi l'indicizzazione di forum con espressioni di utenti. Non solo, il nome può essere associato a termini usati sui siti stessi delle parti.
In poche parole: quale senso vogliamo dare alla funzione di autocompletamento ? Come possiamo definire che una aggregazione di parole è impropria ? Che aggregare le parole significa diventare isp attivi ?
Da leggere tutta perchè aiuterà coloro che come me si ritengono più dentro le cose di internet, sicuramente con arroganza, a non dare nulla per scontato e spiegare meglio ogni servizio, aiutando chi non conosce gli strumenti a dominarli per quello che servono, senza attribuire ad essi significati che non hanno.