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"La relazione tra verita' e potere e' da sempre controversa e conflittuale, quasi che la verita' sia strutturalmente condannata all'impotenza e il potere alla menzogna" - David Bidussa



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La mia banca e' diversa, e' cambiata: dall'Italia alla quotazione di Facebook

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25.05.2012 - pag. 81474 print in pdf print on web

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Bastava aver seguito la quotazione di Google per sapere quante variabili c'erano. 

Nei vari libri su Google tutti concordano che la quotazione di Google fu un problema. Fu complesso assai ... grazie anche ai comportamenti di chi, già presente sul mercato, fece di tutto per creare difficolta'.

E' la finanza, commentarono in molti.

Qualcosa che non ho mai capito bene finchè oggi leggo sui giornali italiani, straordinariamente più faziosi e parziali di qualche anno fa, che una banca avvisò sulla ridicola quotazione di Facebook. Che nei giorni dopo lascia il 10% di valore. 

Qualcuno è rimasto fuori dall'operazione. Tutti gli altri, senza informazioni da dentro, hanno comprato sulla base di chi aveva gli stessi dati di chi diceva di comprare.

Se, tra gli esperti, uno si è tirato indietro, e gli altri no, non c'è da chiedersi chi ha sbagliato a valutare, ma perchè tutti gli altri, pur sapendo del prezzo ridicolo, sono rimasti al gioco.

Temi da strada, certo. Ma dobbiamo capire anche noi.

Oggi sono andato in banca. O meglio, stessa agenzia da 20 anni, negli ultimi dieci ha cambiato 4 o 5 nomi.

Nei passaggi sono stato chiamato ogni volta dal funzionario di turno (non riesco a chiamarli dipendenti, funzionario credo sia meglio) per correggere errori della banca.

Ogni volta il funzionario addebitava a me l'errore e ogni volta gli citavo dati e documenti dai quali risultava il loro errore. A memoria.

Loro controllavano sul terminale, e scoprivano che avevo ragione, quindi la frase finale: ok, ora sono io qui, "risolviamo" ora.

Certo. Risolvi tu e io ti dò la mia disponibilita', non "risolviamo". Tuo l'errore, mia la disponibilita'.

E alla fine io saluto e loro no.

Questa volta è stato ancora più evidente la mancanza di saluto e il mancato riconoscimento dell'errore. Tanto che ho deciso di togliere il servizio aggiuntivo sul quale da troppi anni continuano a dire cavolate.

E io a ripetere. Pero', per loro sfortuna, resta sempre traccia dell'operazione giusta e di quella che loro hanno sbagliato.

Altra novità di questo incontro: tutti i cassieri della banca si voltavano a guardare chi era quel ragazzino di 44 anni (siamo in Italia) che parlava ad un loro collega dicendogli cosa voleva e cosa il cassiere doveva fare, e non il contrario.

I più giovani erano perfino sbalorditi. "Ma chi si credere di essere "?

Poi passa il dipendente, la memoria storica della filiale. Ce n'è sempre uno. Mi vede, mi saluta con un "ciao", e tutti gli altri tornano a lavorare a la mia sfortunata controparte non replica più nulla.

O meglio: prova a vendermi qualche loro prodotto. Illusa.

Credo di aver visto come le banche si stanno distruggendo da sole. Il cliente ha sempre torto.

Figuratevi quando, dopo aver chiesto di farmi fare per la quarta volta l'intervista (la famigerata per capire quanto ne capisci di banche) perchè se la perdono sempre (o meglio sicuramente è nei depositi, ma non a computer quindi come non ci fosse), ho chiesto, guarda un po', copia di quanto firmato.

Pensa che pretese. Trovare anche un errore è quasi d'obbligo.

Mi sa che mi prenderò lo sfizio di tornare e farglielo correggere. Questo nuovo errore e tutti i vecchi passati.

Ma è possibile che sia una ripicca pretendere la correzione di errori ?

"Ricordi: sono a part time, ricevo su appuntamento, non venga senza telefonare".

Ragazzi, l'è dura, ma insegnamogli a lavorare e a rispettare i clienti.

 


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25.05.2012 Spataro

Spataro

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