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"La filosofia non e' uno strumento per essere popolari ne' e' adatta a ostentarne la conoscenza; non e' nelle parole, ma nelle cose concrete di ogni giorno." - Seneca, Epistulae ad Lucilium 16, 3-5



Riforma giustizia    

Un civilista contro la disfatta: Per me si puo' fare ancora qualcosa

Parlare per fare. Una pratica ancora poco diffusa. E chi ci prova viene lasciato solo. Non qui su Civile.it.
27.12.2011 - pag. 80061 print in pdf print on web

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P

Premessa: si parlava dell'esperienza "esplorativa" di un magistrato che ha avuto a che fare con il sistema giudiziario tedesco ed ha fatto un amaro confronto con l'Italia.

Per me si può fare ancora qualcosa.

Avv. Rosati


From: Rosati Date: Fri, 22 Jul 2011 08:15:39


Mi sia consentito un vigoroso dissenso su questo auto-massacro, anzi nel pieno rispetto di chi ha avuto la fortuna di fare esperienza all'estero;

pero', qualche soluzione immediata, per il processo civile, c'e'; tocca vari settori (inutile illudersi di non essere corresponsabili) e comporterà un profondo esame di coscienza su vari fronti.

Un pò di idee immediate;

SUL CIVILE:

a) Obbligo, per gli avvocati, di notifica degli atti consentiti dalla legge secondo la procedura ex L. 53/1994; per un medio ufficio UNEP significa 300 notifiche in meno a settimana; così potrebbero avere più tempo per pignoramenti e sfratti... basta non farlo sapere in giro, visto il blocco del turn over;

b) istituire l'obbligo di scambio di atti preliminari tra l'avvocato dell'attore e l'eventuale avvocato del convenuto; dopo lo scambio, per PEC, degli atti, ciascuno dei due potrà decidere se andare davanti al Giudice per affermare quanto richiesto con la citazione o per far negare, salvo accordo e dichiarazione stragiudiziale, quanto richiesto dall'attore; il Giudice preliminare decide con ordinanza impugnabile e, a questo punto, si decide o meno la prosecuzione del processo. E' data facolta', insomma, al convenuto, di servirsi di un "tecnico del diritto" per dirimere, sul nascere, una controversia, nel suo pieno stesso interesse. Diversamente, si va avanti come se nulla fosse. Tutt'altro che una "conciliazione obbligatoria"... che potrebbe essere beatamente... archiviata;

c) seguire, come dire, con un pò di attenzione le ordinanze dei Tribunali di Cagliari, di Reggio Emilia e di Modena che hanno sancito la responsabilità dell'avvocato, con il proprio patrimonio ed in solido con quello del cliente, per la manifesta temerarietà della lite. Una delle ordinanze stabilisce, in soldoni, che quando un avvocato "abusa dello strumento processuale" per delle eccezioni che, ad una semplice lettura di poche norme del codice di procedura e del codice civile, "non stanno in piedi" manco con le stampelle, vada, per l'appunto, o condannato patrimonialmente con il proprio "assistito perditempo" o, più semplicemente, sanzionato in modo serio; non facciamo i "finti scandalizzati"; scompare immediatamente il 20% del contenzioso, a voler essere pessimisti... Parlo, ad esempio, di opposizione a decreto ingiuntivo con la consueta eccezione di incomeptenza territoriale (che, prima, costringeva a precisazione delle conclusioni, sentenza parziale, viaggio del fascicolo al lontanissimo Ufficio delle Entrate et cetera), con l'altrettanto immancabile annuncio di vizi della merce fornita (mai riscontrati prima) e magari riferiti a fattura diversa da quella azionata con il decreto ingiuntivo, se non addirittura posteriore... E' diventata così di prassi, questa condotta, perchè "ingolfando" il tavolo dello sventurato magistrato con una montagna di scartoffie almeno si recupera qualcosa con la Legge Pinto, pure se perdi, com'è ovvio, la causa. La condanna per "abuso del diritto" esiste già ed è ben consolidata, nel processo tributario; perchè non anche nel civile?

d) servirsi, con finanziamenti esterni e non necessariamente mirati ad un'assurda "privatizzazione" della giustizia, di giovani informatici che siano in grado di digitalizzare quanto più è possibile i fascicoli processuali, obbligando gli avvocati (per lo più "noncuranti" dell'informatica) ad adeguarsi nel migliore dei modi alle necessità telematiche; eliminare in toto il servizio di stenotipia, partendo dal presupposto che, da 15 annia questa parte, con programmi sempre più sofisticati, i computer sono in grado di scrivere sotto dettatura e ben ci si può permettere dei cancellieri che facciano anche un banale corso di informatica / dattilografia per verbalizzare tutto quanto avviene in udienza, parola per parola. Nel penale, l'udienza potrebbe essere registrata con un banale registratore MP3 (dal costo di 60 Euro), digitale, sicchè il cancelliere potrebbe, nelle pause processuali, integrare quanto già scritto con quanto non immediatamente compreso.

Il minimo di "battute al minuto", intendendo per tali i tasti che si possono premere per scrivere al computer e non le battute di spirito (peraltro rare), dovrebbe essere (come per qualsiasi dattilografo che si rispetti) di 220/240 battute, sì da verbalizzare quasi alla stessa velocità della parola normale; peraltro oggi, un programma di "riconoscimento vocale", tarato in 3 minuti, traduce direttamente su video l'85% di quanto pronunciato;

e) utilizzare banalissimi codici a barre, "come per i prosciutti alla Coop", per movimentare i fascicoli nelle cancellerie, cosa banalissima ed attuabile, anche questa, domani mattina; un lettore di codici a barre costa 150 Euro, programma compreso;

f) aumentare (oops) ma per una scelta consapevole di efficienza, il contributo unificato del 5%, ma consentendo agli avvocati di digitalizzare i verbali di udienza: possono essere fotografati con il cellulare, con l'I-pad, scansionati con uno scanner portatile da 80 Euro alla velocità di 4 pagine al minuto, senza alcuna necessità di bolli, bollini, bolletti, timbri, timbrini e conti della serva... fermo restando che nella prassi vi è massiccia evasione del diritto di copia... Restano ferme le disposizioni sulle "copie autentiche", ovvio.

E gli Ispettori potrebbero far altro che verificare se la Cancelleria ha applicato correttamente una o più marche (negli anni scorsi occorreva stare attenti a sdoppiare le marche per le copie tra la parte "matrice" e "quella con le ali"; ho sempre associato "quella con le ali" alla copia che "prende il volo", ovvero alla copia da notificare. Dopo trent'anni di studi, pensavo a sillogismi di più ampio respiro, sinceramente....
g) utilizzo, nella redazione delle sentenze, delle comparse conclusionali su supporto informatico, sì da riassumere tutto il "fatto" e lo "svolgimento del processo" ancora con il copia / incolla, data l'evidente identità tra il fatto narrato dall'attore e quello narrato dal convenuto (parliamo di "fatto" e non di "diritto", beninteso); e metà della sentenza è già compilata;

NEL PROCESSO PENALE

h) nel processo penale, predisporre sia i modelli di verbale (non è concepibile che si sprechino 6 pagine di verbale anche per un verbale di sciopero degli avvocati), con la predisposizione di copia / incolla per quanto riguarda i dati salienti del processo (intestazione del tribunale, numero di ruolo, numero del PM, data di udienza, nome dell'imputato, difensore et cetera) sì da consentire, con il "copia / INcolla" parziale, di predisporre già il verbale della successiva udienza.

i) predisporre con il Word (o meglio, anche con strumenti Open Source, sì da evitare qualche altro centinaio di migliaia di euro di spesa per software "di marca" o "di grido") formule di uso consuetudinario, sicchè sia possibile scrivere: "PM: non doversi procedere" con l'aggiunta automatica, opzionale, di "per essersi il reato estinto per remissione di querela ed accettazione da parte dell'imputato, ai sensi degli artt...."; si scrive solo "PM: non doversi procedere" e poi il word processor apre una finestra con un'opzione secondo la quale basta premere "invio" per avere in automatico la trascrizione immediata dell'intera frase. In alternativa, si usa un'altra combinazione di tasti predisposti per qualsiasi espressione.

l) poi possiamo parlare di semplificazione delle procedure...


Non so se il Ministero abbia mai pensato a tutto questo, non so come funzionino (mi pare male, a dire poco) i sistemi informatici nazionali (sento pessimi commenti sul server nazionali del processo telematico, ancora sperimentale), vorrei sapere i perchè tecnici del mancato funzionamento di questi sistemi, perchè non riesco a comprendere le ragioni di uno sfacelo irreversibile.
Vorrei che ognuno di noi si sentisse orgoglioso di lavorare per la Giustizia, magari anche comprandosi un computer da solo: bastano, per queste attivita', dei "mostri" da 600 Euro...


Ora: quanti di noi hanno visto qualcosa del genere? Cominciamo a fare la conta? "Absit iniuria verbis", ma credo che tutti abbiamo ancora molta strada, ma in discesa, almeno, da percorrere...


Qualcuno, per favore, mi dica che ho solo un pò di insonnia e che queste cose esistono gia'...

 

Avv. Domenico Rosati,

via Pelusia 146, 41122 Modena.

Tel 059374671, fax 0593683527, skype mimmolaw


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27.12.2011 Avv. Rosati

Avv. Rosati

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