Segui via: Newsletter - Telegram
 

"Siamo quello che diciamo" - Nicoletta Romanazzi



Affido condiviso    

Affido condiviso e addebito: due domande da separare nettamente.

Soldi e affetti: qeusto il problema che il giudice e' costretto a regolamentare durante la fine di una unione. Viene da chiedersi se il divorziare all'estero sia un comportamento che, tenendo separati questi aspetti, non meriti di essere imitato dal legislatore nazionale
03.10.2011 - pag. 79036 print in pdf print on web

L

L'affido condiviso. Sul tema dell'affido congiunto si sta scrivendo tanto, e a ragione. Temo che vi sia una ostlita’ ad ogni forma di composizione bonaria di contrasti e che l’immaturita’ ben diffusa a livello sociale di gestire i contrasti portandoli all’ultima esasperazione, sia diffusa tra genitori, operatori del settore e istituzioni. Cosa dire sul commento della sentenza del 2011 N. Xxx ? Che ancora una volta la cassazione, non potendo entrare nel merito, non puo’ pero’ non conoscerlo in quel modo paziale che le e’ dovuto. Il risuktato e’ una decisione che in questa materia risulta sofferta. Il problema e’ uno solo.  Le parti si chiedono reciprocamente l’addebito. In secondo grado la Corte di Appello addebita al padre la separazione per non aver saputo tenere lontani i rapporti con la propria madre, ’peraltro’ nell’appartamento accanto, ed esclude ai nonni una presenza con il nipote. Il tutto fondato su consulenze ’tecniche’ a distanza di anni e dopo aver ascoltato le verbalizzazioni delle forze dell’ordine chiamate piu’ volte e da entrambi  genitori e nonni ad intervenire. In piu’ nonni e padre avrebbero inviato articoli alla stampa. Nella decisione la casa resta al padre, la madre si e’ allontanata dalla troppa vicinanza della suocera. E’ il classico caso in cui i due genitori litigano ferocemente. Entrambi. In questi casi e’ possibile capire a chi addebitare il conflitto ? Resto perplesso di fronte alla decisione del giudice di Appello di non considerare che anche la madre ha proposto varie denunce. Come resto perplesso d fronte a quei suoceri i cui comportamenti sono immaturi e lesivi dell’armonia di nuove famiglie. Ma torniamo nella vita reale. Non esiste famiglia che non abbia bisogno dei nonni per aiuti finanziari e per assistenza materiale nella gestione quotidiana dei piccoli. I genitori hanno sempre piu’ bisogno di aiuto ma, durante la crisi del rapporto, i contrasti rendono semplicemente impossibile tutto, per mancanza di maturita’ e capacita’ di perdonarsi da persone mature. In tutto questo mettono documenti sui quali decidere consulenti tecnici, spesso dopo anni, o verbali delle forze dell’ordine. Sapendo questo la legge evita di entrare nel merito dei conflitti per imporre la gestione dei figli congiunta, evitando ogni accertamwnto dell’addebito quaneo possibile. Ma ecco che gli operatori chiedono sempre l’addebito quando il conflitto e’ elevato e non riescono a calmare i propri clienti. Perche’ ? Per motivi di soldi, naturalmente e giustamente. Ma poi il tema dell’addebito e la relativa conflittualita’ finisce xempre, bene e male, ad influire sulla gestione degli orari delle visite. La colpa e’ tua, sembra di potersi leggere, e non solo ti aumento gli alimenti, ma ti riduco i tempi di visita con i figli. Posizioni barbariche insostenibili, che ancora invece incitano il genitore piu’ furbo a chiedere soldi e minacciare l’allontanamento del figlio. A genitori e figli, separati dai giudici, non resta che l’email e le videotelefonate. Che ancora oggi si attribuisca l’addebito per una elevata conflittualita’ tra le parti e’ come cercare di mordersi la coda. Continuo a sostenere che la gestione del vincolo matrimoniale, il suo scioglimento e la gestione dei rapporti materiali degli ex co ponenti della famiglia debbano essere distinti i. De momenti processuali totalmente separati. Altrimenti nel contrasto per avere piu’ soldi si dice di tutto e si useranno sempre coem arma di ricatto i figli. Mischiare soldi, addebito, e la relativa conflittualita’ per questi aspetti con gl aspetti dell’affido resta invece un problema irrisolto. La conflittualita’ deve essere espressamente contro i figli, quella tra i genitori non dovrebbe rilevare ai fin dell’affidamento. Insomma: se i genitori litigano fortemente, dovrebbero essere fonte di affido disgiunto solo i comportamenti che portano a coinvolgere i figli nei litigi. Ma se invece, per decidere sulla conflittualita’ con i figli, si leggono i verbali delle forze dell’ordine usati per motivare l’addebito, oltre a non aver funzionato i genitori, i nonni e i giudici, non funzionano nemmeno le leggi.


Condividi su Facebook

03.10.2011 Spataro

Spataro

Segui le novità di Civile.it via Telegram oppure via email: (gratis Info privacy)

    






"Siamo quello che diciamo" - Nicoletta Romanazzi








innovare l'informatica e il diritto


per la pace