Qualche settimana fa il prof. Rodota', noto come giurista e primo Garante della Privacy, ha proposto di introdurre un nuovo articolo nella Costituzione per fare entrare internet ufficialmente tra le tutele costituzionali. Alla notizia si sono sollevate molte proteste, fondamentalmente da altri esperti di diritto. Chi per un verso chi per l'altro ha ritenuto che l'articolo proposto non fosse in armonia con il resto della Costituzione, introducendo nuove soluzioni per situazioni che la Costituzione già protegge. Immodestamente, quando internet muoveva i primi passi nel mercato di massa, nel 1995 proposi di considerare le telecomunicazioni come un diritto dell'uomo, al pari della libertà di parola, libertà d'impresa, libertà di culto, libertà di imparare. Il vantaggio della proposta di allora, come oggi, è che riconoscendo l'attività umana protetta dalle convenzioni internazionali dei diritti dell'uomo, ovunque essa venga svolta, entra di fatto e di diritto nella Costituzione che riconosce che l'Italia recepisce tale norme. Avete capito bene: le persone, firmando un testo comune, nel quale ci si riunisce per affermare un principio, riconoscono che un diritto è universale per farlo entrare nella Costituzione. Si noti bene che in effetti la firma non crea nulla di nuovo: la convenzione già si applica ad internet, e la Costituzione anche, visto che la tutela della libertà di parola o d'impresa così come espressa si applica anche a chi parla o lavora in internet, ad esempio. Però bisogna prendere atto, e da questo punto origina la proposta del prof. Rodota', che negli ultimi anni si è cercato di non interpretare le leggi e la Costituzione, prima che applicarla alla lettera. E' un qualcosa che nel diritto si conosce bene: per il reato di furto di corrente elettrica si è dovuto inventare una legge apposta perchè i giuristi ritenevano il furto limitato ai beni materiali, mentre l'energia (a loro dire) non sarebbe stata materia. Oggi ne ridiamo, ma è stato sofferto, e chi rubava corrente elettrica senza pagarla non commetteva (formalmente) reati secondo i giudici italiani. Nulla di nuovo a ben vedere. E l'aver detto espressamente che il furto di corrente elettrica è come quello di gas, prevedendo un apposito reato, non ha creato danni al nostro sistema normativo. Ha semplicemente affermato la tutela della proprietà anche sulla corrente elettrica. Negli ultimi anni ho letto, insieme a voi, le mille proposte di legge e di regolamento per minare alla radice l'aspetto più dirompente di internet sul mercato italiano: la concorrenza, in un mercato imbrigliato da posizioni dominanti di fatto e di favore. Ben vengano quindi proposte come quella di Rodotà che ricordano a tutti che internet non è il mondo dell'anarchia. E i politici attuali devono con urgenza essere fermati nel delirio di normazione la cui unica finalità non è togliere l'anarchia dal web, ma togliere l'unico mercato che ancora ha un briciolo di concorrenza aperta anche all'ultimo arrivato. Dott. Valentino Spataro www.controllosito.it
WPkit.it: privacy, formulari, check up per WordPress
Temi attuali:
Algoritmi ChatGPT Intelligenza artificiale Privacy WordPress
dallo store:
visita lo store
Affiliazioni
Agcm
Agcom
Banche dati
Bitcoin
Blockchain
Chatbot
ChatGPT
Clausole
Cloud
Contratti
Cookie
Copyright
Crittografia
Dark Patterns
Democrazia
Disclaimer
Distribuzione
Domini
Ecommerce
Editoria
Email
Email aziendale
Esercitazioni
Fare impresa
Fattura
GDPR
Hardware
Immagini
Intelligenza A.
Iot
Legal Design
Marchi
Marketing
Mobile
Modelli
Open data
Open Source
Penale
Policy
Primi passi
Privacy
Pubblicita'
Riservate
Sentenze
Sicurezza
Software
Sorveglianza
Startup
Tributario
Turismo
Ugc
Video
Voicebot