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"Perche' non si sconvolgono i palinsesti programmando finalmente i grandi film, i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e le opere dei grandi pittori, dei grandi scultori, dei grandi architetti, la lettura dei testi dei grandi scrittori, la prosa, la poesia, la danza, insomma perche' non diamo la possibilita' a milioni di utenti di scoprire che c'e' altro?" - Pupi Avati



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La mediazione civile: gli avvocati e i commercialisti

Entusiasmo per un istituto i cui precedenti risultati sono apprezzati

07.06.2010 - pag. 74206 print in pdf print on web

I

Il punto di vista dei commercialisti e' chiaro: in ogni settore ove la mediazione e' stata usata sistematicamente ha portato risultati buoni.

Cosi' Siciliotti (cncdec):

  “la riforma che ha introdotto la mediazione come filtro del processo costituisce un passaggio fondamentale per dare maggiore efficienza al sistema Paese. Ma perché  questo strumento  dia frutti tangibili, esso deve fondarsi su due pilastri irrinunciabili: obbligatorietà e professionalità.

L’eventuale facoltatività del ricorso alla mediazione svuoterebbe, di fatto, la portata e il senso della riforma.

Sul fronte della professionalità, i commercialisti sapranno dare il loro contributo, con personale formato e qualificato.

Forniremo un servizio a cittadini e imprese.

Tra i nostri compiti principali ci sarà proprio quello di orientare le Pmi, così pesantemente colpite dalla crisi, verso un ricorso massiccio alla mediazione, da cui potranno trarre grandi vantaggi in termini di risparmi di tempo e di costi”. 

 

De Tilla per OUA di parere opposto:

 "Sono già 140 i consigli degli ordini che hanno inviato delibere di protesta, il messaggio è univoco: la mediaconciliazione, così come è stata varata, ha una forte pregiudiziale contro gli avvocati e contro la funzione che esercitano, ma non solo, è anche un provvedimento che rischia di aumentare la confusione a danno dei diritti dei cittadini e a scapito del buon funzionamento della giustizia civile.

L’Oua, recependo le preoccupazioni della categoria, ha già indicato i cinque punti su cui intervenire:

 

  • eliminazione dell’obbligatorietà della conciliazione,
  • cambiamento del meccanismo dell’informativa e dell’annullabilità del mandato,
  • presenza necessaria dell’avvocato, 
  • proposta di conciliazione solo su richiesta delle parti, 
  • criteri chiari sulla competenza territoriale."

 


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"Perche' non si sconvolgono i palinsesti programmando finalmente i grandi film, i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e le opere dei grandi pittori, dei grandi scultori, dei grandi architetti, la lettura dei testi dei grandi scrittori, la prosa, la poesia, la danza, insomma perche' non diamo la possibilita' a milioni di utenti di scoprire che c'e' altro?" - Pupi Avati








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