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Divorzi    

Separazioni e divorzi nel diritto di famiglia

Non bisogna mai dare per scontato quello su cui tutti concordano.
27.05.2010 - pag. 74085 print in pdf print on web

Indice generato dai software di IusOnDemand
su studi di legal design e analisi testuali e statistiche

A

Appena si parla di separazioni e di divorzi si comincia a parlare di soldi e di case.

Che un nucleo si sciolga e' una tragedia che contagia tutti, solo grazie alle formalita' riusciamo a superarlo.

Ricordo ancora la prima volta che ho visto il sesto piano del Palazzo di Giustizia di Milano e i coniugi che andavano a separarsi.

Ho guardato anche tanti giudici, e tanti altri ne ho visto anche dopo quelle occasioni.

Sono loro, i giudici e non gli avvocati, che dovrebbero parlare, scrivere libri, far sapere perche' e come una famiglia finisce.

 

LE POLITICHE NORMATIVE ITALIANE

E' scandaloso come i giovani italiani stiano crescendo oggi.

Non hanno lavoro fisso, lo stipendio esce in affitti e bollette, bolli auto, assicurazioni, spese condominiali, in mille spese fisse senza nemmeno aver iniziato a parlare di panini, musica, pizza con gli amici.

E vengono irrisi in Italia perche' vivono in casa, e all'estero perche' non lasciano le case.

La meta' delle famiglie italiane non ha figli. Ci rendiamo conto ?

L'altra meta' e' divisa tra uno e due figli. Il 2,5% delle famiglie italiane ha piu' di due figli.

L'allarme e' forte almeno quanto quello economico, ma viene recepito come una cosa banale.

Se pensiamo che nessuno va a vivere da solo e che se si sposa e si separa inizia il balletto dell'assegno, sposarsi ugualmente e' pazzia o eroismo.

 

LAVORO O FAMIGLIA

Nel dilemma lavoro o famiglia si inserisce la formazione professionale, dopo anni di studi.

Quanti pochi ho visto diventare avvocati. Bisogna  filtrare, limitate, migliorare la qualita'. A livello degli avvocati piu' anziani ?

No. Piu' alta. Molto piu' alta. Quelli anziani non hanno nulla da dimostrare a nessuno.

E non devono nemmeno pagare i giovani che lavorano.

Se passa la riforma si creera' una categoria di professionisti alienati che non dico perdono il senso della famiglia, ma anche del lavoro e della professione cercando di trovare lo sponsor piu' adatto per poter lavorare.

Questo e' il senso di una professionalita' aumentata ?

Gli avvocati anziani, quelli che stanno portando avanti insieme ad alcuni giovani queste riforme che uccidono la maggior parte degli spiriti giovani, lo sanno benissimo. Ma non e' misurabile, non e' palpabile, e' semplicemente un urlo morale che viene dal cuore, sommerso da decine di materassi per non sentirlo.

 

E ARRIVIAMO AI DIVORZI

Il professionista cosi' ben qualificato, formato, titolato, puo' fare divorzi e si trova davanti dei clienti indecisi, litigiosi, inesperti, immaturi, legati ai principi piu' sbagliati e fortemente decisi a difenderli per dimostrare la propria maturita'.

Televisioni, regali, parenti, scelte, tempi, figli: ogni cosa congiura contro l'unita' familiare. E si va dall'avvocato per mettere fine ad una situazione peggiore, quella della distruzione reciproca.

E l'avvocato dovrebbe avere una preparazione per proporre soluzioni, alternative ? No. Non e' nemmeno materia d'esame.

Si puo' formare liberamente da solo e mandare ai consultori familiari.

O piu' semplicemente chiedere l'elenco dei beni e far firmare l'atto per la consensuale.

Nel codice deontologico il professionista e' l'uomo di fiducia.

Che deve sapere usare parole per conciliare, risolvere, affrontare, spiegare.

 

COSA RESTA ?

Non resta molto da dire. Solo che se si e' arrivati a leggere fin qui bisogna animarsi dalla volonta' di parlare di questo tabu', di tutte le ipocrisie attorno e dentro le famiglie per trovare la dimensione della sincerita' nei rapporti.

Altrimenti i nostri anziani sembreranno sempre piu' degli alieni caduti in un mondo che nessuno piu' capisce.

Ma l'emergenza di proteggere e promuovere le nuove famiglie, i giovani, un lavoro decente e pagato adeguatamente, e' di ora, e ognuno puo' fare la differenza rifiutando di parlarne come fanno i giornali.

Mi viene in mente un padre che con orgoglio mi racconatava che il figlio lavorava nel suo pastificio per 500 euro al mese, perche' un domani avrebbe avuto una propria attivita'.

L'ho guardato e gli ho detto che cosi' una famiglia suo figlio non se la potra' mai fare, e che ai suoi tempi lui invece una famiglia se l'e' potuta fare.

Questo padre non mi ha insultato. Ha capito.

Finiamola di accettare la logica del: "sono problemi di altri". Uno Stato senza Famiglie diventa come e' oggi.

Si inizi dal quoziente familiare, per non restare teorici.


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27.05.2010 Spataro

Spataro

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