Il p2p in se' e' una idea rivoluzionaria.
Napster ci ha insegnato chi chiunque puo' diventare un nodo e condividere cose con altri.
Purtroppo ci ha insegnato anche a prendere tutto gratis, anche se gli autori non lo vogliono.
Skype, invece, ci ha insegnato a parlare, condividendo la banda con altri.
Chi usa strumenti di controllo vede che skype ti mette in connessione con ip che non conosci, perche' condividi un po' della tua buona connessione con loro, mentre parlano con i loro amici.
La Fapav e' la Federazione Anti - Pirateria Audiovisiva: ha recentemente dichiarato:
"FAPAV (Federazione Antipirateria Audiovisiva) esprime il suo apprezzamento per la decisione del Tribunale di Roma che, in accoglimento della sua istanza, ha ordinato a Telecom Italia di comunicare alla Procura della Repubblica di Roma e al Ministero delle Comunicazioni tutte le informazioni relative alle violazioni dei Diritti d'Autore in danno di tutta la filiera audiovisiva, e quindi il cinema, l’home video e le televisioni, avvenute attraverso l'accesso ai siti con i contenuti illeciti. "
Il Ministro Maroni dichiarava che usa il p2p per scaricare musica. Omissis.
FAPAV / TELECOM
Attorno alla nozione di Ip c'e' ancora molto da fare. In generale troppi fanno proclami di certezze, ma non e' cosi'.
Chi lavora in rete sa cosa fa, ma non sa nemmeno tutte le soluzioni possibili. In ogni caso, per un gestore di sito, un ip dice proprio poco. Cosi' anche per Fapav.
Alcuni ritengono gli ip address sempre dati personali, e come tali non possono essere trattati senza consenso. Come chiedere il consenso al produttore delle batterie prima di accendere una calcolatrice.
L'ip e' alla base di internet. Strumenti che rendono la navigazione privata arrivano comunque fino ad un certo punto. Gli esperti di rete pero' potrebbero andare ogni limite. Insomma: l'ip fa funzionare internet, ma non e' nato per identificare le persone. Fa funzionare un determinato dispositivo, ma anche un insieme di dispositivi.
Fapav vuole i nomi di chi in Italia scarica canzoni gratis. E' un suo diritto poter cercare informazioni e permettere di effettuare denunce. Ha dei diritti e non le si possono negare vietandole ogni riscontro.
Quello che lascia perplessi e' la dichiarazione che Telecom deve individuare gli illeciti e comunicarli a Fapav.
Questo si legge dal comunicato di Fapav.
Qualcosa che e' decisamente oltre la funzione di Telecom e gli obblighi che la legge le assegna.
Perche' non solo dovrebbe dire chi e' collegato a cosa quando, ma anche controllare cosa si fa tramite le connessioni.
Come dire che qualsiasi connessione p2p e' illegale, un principio che non puo' essere accolto.
Io conosco internet e so cosa ignoro. Ho letto che siccome l'ip e' come esistesse in natura, chi ne tratta una parte allora tratta dati personali.
Speriamo solo che fra qualche anno nessuno pensi di dire cose simili, accettabili in romanzi di fantascienza.
Bisogna dirlo con forza. Sento troppi professionisti parlare degli ip con la certezza di chi sa a cosa servono e di chi conosce il diritto. Non e' questo il punto. Io che gli ip li conosco meglio di loro non mi permetto nemmeno di dire o negare quello che dicono, perche' e' un presupposto talmente sbagliato che bisogna guardare, con altri criteri, cosa e' ip.
Il problema e' un altro: se Fapav deve poter legalmente denunciare utenti p2p che condividono materiale non distribuibile, e' anche vero che Telecom non sa cosa non e' distribuibile e non puo' controllare tutto.
Questo compito, negli Stati, e' della Polizia, del cui operato risponde. Ne' Fapav, e nemmeno alcun giudice, puo' attribuirlo a Telecom Italia: individuare gli illeciti e denunciarli tutti.
Ma ignoranti siamo noi a non trovare i documenti del procedimento, dobbiamo quindi limitarci a quanto viene detto dalla parte che ha avviato il procedimento:
Si ignorano gli atti di causa quindi, al momento, e' bene diffidare da ogni conclusione sulla nozione di ip, di controllo di telecom, di censura. Al momento, ognuno di noi, sta ripetendo le proprie opinioni. Non le motivazioni di un giudice.