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Mediatore civile    

Mediatore civile: l'avvocatura pronta ma con perplessità e preoccupazioni

Quando il comunicato e' scritto dalla responsabile della comunicazione e' chiarissimo e diretto. Ottima la scelta del cnf di affidare le comunicazioni ad un professionista della comunicazione. (Spataro)
10.03.2010 - pag. 72969 print in pdf print on web

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Roma. L’avvocatura è pronta a raccogliere la sfida della mediazione/conciliazione ma non nasconde qualche perplessità e preoccupazione.


Il decreto delegato del governo è appena stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (dlgs . 28/2010) e l’avvocatura riunita oggi a Roma per iniziativa del Consiglio nazionale forense si prepara già a partire.


La previsione della istituzione delle camere di conciliazione presso i Tribunali è considerata una vittoria dei professionisti legali, che si candidano a sviluppare il nuovo sistema di Adr. Una collaborazione istituzionale che rimane critica, però, sugli aspetti della obbligatorietà in alcune materie e sulla previsione che dal conciliatore possa comunque venire una proposta di conciliazione pur senza la richiesta delle parti. Si potrebbero adombrare anche profili di incostituzionalità per eccesso di delega e violazione dell’articolo 24 della Costituzione (diritto di difesa).


“Gli organismi forensi sono gli unici ad avere sede presso i tribunali, dove si amministra la giustizia ordinaria”, ha specificato il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, aprendo i lavori. “Gli spazi che si possono aprire agli avvocati sono tanti.

Il Consiglio nazionale forense ha già avviato le pratiche per la iscrizione negli elenchi degli enti formatori. Ci auguriamo che tutti gli Ordini lo facciano”.

Per Alpa, contribuire a fare decollare la riforma non vuol dire non monitorare l’effettiva attuazione, monitorare l’andamento e, eventualmente, suggerire gli opportuni correttivi.

“ Il Cnf si mette a disposizione degli Ordini per ogni necessità”. Nella riunione si è parlato anche diffusamente di riforma forense, dopo la decisione della conferenza dei capigruppo del Senato di calendarizzare in aula il testo il 18 marzo. La linea emersa nella riunione, tenendo conto dell’astensione già proclamata dall’Oua e dalle associazioni forensi, è stata quella di perorare con fermezza l’approvazione immediata del testo secondo i dieci principi approvati dall’avvocatura unita lo scorso 17 ottobre.


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