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"Chi regala le ore agli altri vive in eterno" - Alda Merini



Famiglia    

I genitori hanno l'obbligo di mantenere a vita i figli che non vogliono lavorare ?

22.01.2010 - pag. 70889 print in pdf print on web

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Leggo oggi questo commento su Civile.it:

"ho ancora 3 figli maggiorenni, uno lavora con tutte le carte in  in regola, il secondo lavora ma non regolare, il terzo non ha intenzione di lavorare. io vorrei sapere come mi devo comportare secondo le leggi italiane. se devono contribbuire alle spese di casa , è il terzo cosa prevede la legge che non vuole lavorare. grazie. "

Non e' una separazione o un divorzio. E' un genitore che chiede cosa deve fare.

Gia' che lo chieda e' indice del disastro di come alcune sentenze, riportate dai giornali, abbiano rovinato i rapporti in tante famiglie.

Non e' raro incontrare ragazzi che mi chiedono conferma dell'obbligo di essere mantenuti finche' non gli va di andare via.

Cosa fare oggi quindi ?

Premesso che i figli non hanno il diritto di vivere per sempre a casa dei genitori, i genitori pero' devono dare tutti gli strumenti ai figli per uscire. Si chiama educazione, obbligo di educare.

Ovviamente per educare ci vuole uno che educhi e uno che venga educato. Se le due cose non funzionano, si arriva alle mani e non deve succedere.

Cosa puo' fare la giustizia ? Tanto, e tanto poco.

Da una parte c'e' la volontaria giurisdizione, un ufficio poco utilizzato dove si puo' andare per chiedere al giudice di convocare le parti e risolvere problemi familiari. Fortunatamente e' poco usato in questo senso, per ovvie ragioni, meglio che ognuno trovi una soluzione.

Premesso che non e' un diritto essere mantenuti e non lavorare, come anche lavorare ed essere mantenuti da altri, anche i figli invece hanno il dovere di mantenere i genitori, a seconda dei casi.

Ecco che i figli che guadagnano soldi devono darne una parte ai genitori. Che li usino per metterli da parte o per gestire la cose di casa dipende da mille situazioni.

Una cosa e' certa: il figlio che esce di casa non ha diritto a soldi. E' una richiesta che sento sempre piu' di frequente e mi fa incavolare.

L'equilibrio in casa e' un dovere, ed e' anche in funzione delle responsabilità che ognuno si sa prendere.

Se mancano tutte queste capacità in modo sistematico non esiterei a chiedere l'amministrazinoe di sostegno per i figli, per impedire loro di incassare soldi e di spenderne piu' di quanto il tribunale li autorizza.

Se invece il figlio semplicemente non vuole lavorare puo' magari volere studiare. Che studi. Scrivetelo. Mi impegno a studiare  e passare 10 esami all'anno (!). Perche' no. Basta che studia e va avanti e finisce. Mettetevi davanti e parlatene. 

Se non si riesce a parlare fategli avere delle occasioni di lavoro precise alle quali deve andare, e documentate tutto per iscritto.

Se rifiuta decine di lavori, voglio conoscere il giudice che lo autorizza a stare a casa e non fare nulla.

Insomma: credete nei figli. Dategli delle opportunità concrete, non aspettate che siano loro a trovarle, se non hanno motivazioni.

Ma se le rifiutano perdono ogni diritto di pretendere, sia chiaro.

 


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22.01.2010 Spataro

Spataro

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