"Spesso una cosa stupida si regge perché viene approvata dalla Legge." - Trilussa ![]() Avv. Alberto Foggia - curatore dell'osservatorio di proc. civ.
Risposta
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Due casi teorici sulla simulazione relativa
Una persona ha donato una casa all'amante fingendo di concludere un regolare contratto di vendita con un atto pubblico (presenti e citati in atto due testimoni),a cui viene allegata copia di un assegno che non viene riscosso.Dopo qualche anno questa persona muore. Non ha né coniuge né figli, né altri parenti in linea ascendente o discendente. Il testamento prevede un erede universale (non parente) e qualche legatario. Ha dei cugini di primo grado. Qualcuno di questi eredi può fare un'azione per rendere inefficace o nulla la donazione e far rientrare il bene (o l'assegno non incassato,ricorrendo alla procedura di ammortamento) nella successione?Se invece alla vendita simulata dell'immobile segue un regolare atto di donazione dell'assegno non incassato, si possono considerare validi tutti e due gli atti e quindi escludere gli eredi da qualsiasi diritto su quel regalo fatto all'amante?
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