Le parole fanno paura. Le foto fanno paura. I video fanno paura. La musica fa paura.
La libertà di esprimersi non puo' essere limitata, nemmeno per buoni motivi, nemmeno sottoponendola a condizioni.
Non significa irresponsabilità. Assolutamente.
Significa che per "difenderci" da quella persona su centomila che abusa della libertà di parola si debba schedare milioni di persone, tutte le persone.
Io lo chiamo stato di polizia.
Si vorrebbe avere un'altra certezza di poter prendere qualunque delinquente, subito, sempre. Cosa che non succede nel mondo reale e non potrà succedere online.
Il risultato sara' solo quello di limitare molte persone che usano gia' il proprio nome.
Forse i deliquenti si prendono con altre tecniche, con altre prudenze investigative.
Dobbiamo far rileggere "le mie prigioni" di Silvio Pellico ?
Disponibile da liberliber.it al link indicato.
ps: suggerisco una riflessione: le intercettazioni avvengono per legge o per ordine di un magistrato ? Non e' vero che la questione dell'analisi dei tabulati telefonici rispetto alle intercettazioni telefoniche e' gia' materia ampiamente trattata, e che non sono necessarie nuove regole e solo per il web ?
v. anche:
- Anonimato protetto? No grazie (Mantellini)