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Religioni    

Condannato lo Stato Italiano per i crocifissi nelle scuole pubbliche

"The presence of the crucifix – which it was impossible not to notice in the classrooms – could easily be interpreted by pupils of all ages as a religious sign and they would feel that they were being educated in a school environment bearing the stamp of a given religion. This could be encouraging for religious pupils, but also disturbing for pupils who practised other religions or were atheists, particularly if they belonged to religious minorities."
03.11.2009 - pag. 70131 print in pdf print on web

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Precedenti azioni giudiziarie per la rimozione del crocifisso:
 

  • TAR per il Veneto ordinanza del 14 gennaio 2004
  • Corte Costituzionale 389 del 2004
  • Consiglio di Stato n. . 556 of 13 February 2006
  • TESTO Completo della Corte Europea dei diritti Umani ... v. Italy (no. 30814/06) al link sotto indicato 

In breve

La Corte Europea afferma che e' vero che il simbolo religioso incoraggia chi crede, ma e' un disturbo per i giovani praticanti di altre religioni o atei, soprattutto per le religioni minori.

L'affermazione che un simbolo religioso possa essere un disturbo (letteralmente: inquietante) e', francamente, offensiva, ancora di piu' considerando che la sentenza non dice questo. L'ufficio stampa in inglese sembra aver usato motivazioni diverse per riassumere la sentenza (nel testo francese).

Invece di rispettare tutte le religioni, promuovendo l'uso dei simboli religiosi ed anche atei, vengono vietati i simboli religiosi da questa Corte, come altre in Europa.

Colpisce l'affermazione della Corte che NON si debba trovare un equilibrio ("compromis") tra i diritti dei genitori cristiani con tutti gli altri genitori non credenti in Cristo o atei.

Non e' una pronuncia isolata, in ambito europeo.

Quale sia la nozione di libertà religiosa diventa quindi un concetto tutto da riapprofondire e non dare per scontato.

Si potrà cercare di far finta di niente, di disapplicare, di contestare la sentenza. Sara' fatica sprecata e sbagliata.

La storia insegna che negare gli altri non ha mai portato a nulla. Si dovra' affermare il valore di una idea proprio mentre una minoranza puo' imporre alla maggioranza di non ostentare il proprio credo. Bisognerà essere propositivi senza preconcetti e con rispetto.

Solo non si potrà delegare ad altri di spiegare il ruolo di una religione in uno Stato laico.

La prossima volta che si useranno le strade per una processione, chiedetevi se e' rispettoso vietare una processione, o se rispetto significa essere rispettati e non anche tollerare le idee altrui.

Al link indicato, in francese, il testo per esteso della decisione

 

Corte Europea dei diritti Umani ... v. Italy (no. 30814/06)

In estratto:

"56. L'exposition d'un ou plusieurs symboles religieux ne peut se justifier ni par la demande d'autres parents qui souhaitent une éducation religieuse conforme à leurs convictions, ni, comme le Gouvernement le soutient, par la nécessité d'un compromis nécessaire avec les partis politiques d'inspiration chrétienne. Le respect des convictions de parents en matière d'éducation doit prendre en compte le respect des convictions des autres parents. L'Etat est tenu à la neutralité confessionnelle dans le cadre de l'éducation publique obligatoire où la présence aux cours est requise sans considération de religion et qui doit chercher à inculquer aux élèves une pensée critique.

La Cour ne voit pas comment l'exposition, dans des salles de classe des écoles publiques, d'un symbole qu'il est raisonnable d'associer au catholicisme (la religion majoritaire en Italie) pourrait servir le pluralisme éducatif qui est essentiel à la préservation d'une « société démocratique » telle que la conçoit la Convention, pluralisme qui a été reconnu par la Cour constitutionnelle en droit interne (voir paragraphe 24).

57. La Cour estime que l'exposition obligatoire d'un symbole d'une confession donnée dans l'exercice de la fonction publique relativement à des situations spécifiques relevant du contrôle gouvernemental, en particulier dans les salles de classe, restreint le droit des parents d'éduquer leurs enfants selon leurs convictions ainsi que le droit des enfants scolarisés de croire ou de ne pas croire. La Cour considère que cette mesure emporte violation de ces droits car les restrictions sont incompatibles avec le devoir incombant à l'Etat de respecter la neutralité dans l'exercice de la fonction publique, en particulier dans le domaine de l'éducation.

58. Partant, il y a eu violation de l'article 2 du Protocole no 1 conjointement avec l'article 9 de la Convention."

"


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03.11.2009 Spataro

Corte Europea Dei Diritti dell'Uomo Link: http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/view.asp?action=

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