Primo per tutti fu il Pgp, programma per firmare e/o crittografare documenti e posta elettronica.
Si basava sulla certificazione spontanea: io davo per vero un certificato di un amico, e cosi' via.
Lo Stato Italiano da subito ha voluto fare di piu'.
Dai tempi del notaio Maccarone, la cui proposta prevedeva di attribuire ai notai le competenze sulla certificazione delle chiavi asimmetriche necessarie per firmare e controllare le firme, tutto e' andato peggio.
L'Europa ha proposta una normativa di firma elettronica valida per tutti. L'Italia vuole fare di piu', e vuole imporre la firma elettronica per legge visto che non funziona su base spontanea.
Per l'Europa basta che ci sia una firma con crittografia asimmetrica e il documento non e' disconoscibile in quanto informatico.
Lo ripeto da tempo, in solitaria. Patrizio Menchetti, vero esperto di "cose" europee lo sa da tempo, e ricorda che le fonti europee hanno un qualche valore :-) anche in Italia e la normativa italiana potrebbe essere dichiarata contraria a quella europea.
Basterebbe una azione legale per far crollare l'impero della Pec, come la chiama qualcuno.
E visto che Pec e' una parola che spaventa tutti, questa estate Guido Scorza prima e Andrea Lisi poi hanno denunciato un sistema di attribuzione di una nuova forma di crittografia, che non voglio nemmeno capire.
A loro la parola e auguri di miglior compresione.
Per me vale la crittografia europea. Semplice, chiara e disinteressata.
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