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Pubblicità
Dignità e decoro per la pubblicità degli avvocati, anche on line.
Avvocati: Sì al marketing e alla pubblicità a condizione che siano rispettati i canoni deontologici della dignità e del decoro.
Alpa: "Fermi restando i canoni di dignita' e decoro ai quali la prestazione professionale deve sempre conformarsi, tutto il resto si puo' discutere": una frase che solo pochi anni fa sarebbe stata considerata rivoluzionaria, oggi e' comunque una apertura intelligente e seria nel cogliere nuove opportunità
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Avvocati: Si' al marketing e alla pubblicita' a condizione che siano rispettati i canoni deontologici della dignita' e del decoro “Fermi restando i canoni di dignita' e decoro ai quali la prestazione professionale deve sempre conformarsi, tutto il resto si puo' discutere”, ha aperto i lavori il presidente del Cnf Guido Alpa per il quale “la professione intellettuale dovra' sempre conservare un proprio spazio rispetto all’attivita' di impresa e di conseguenza anche le forme di esercizio della professione dovranno conformarsi ai principi di autonomia e indipendenza piuttosto che prestarsi a una assimilazione al servizio tout court”. Gli aspetti piu' problematici sono senz’altro quelli attinenti al marketing e alla pubblicita'. Paola Parigi, avvocato e consulente di organizzazione e marketing dello studio legale, ha spiegato cosa si intende per marketing legale e cioe' un’insieme di attivita' di management volte a orientare al mercato (clienti attuali e/o potenziali) il proprio studio legale attraverso attivita' di analisi, fissazione degli obiettivi, pianificazione, controllo dei risultati e mantenimento (cosiddetto marketing strategico). Questa particolare applicazione del marketing, ha tranquillizzato nella sua relazione il vicepresidente del Cnf Ubaldo Perfetti, non interferisce con la deontologia, anzi puo' favorirne il rispetto facendo prendere piena consapevolezza al professionista di una piu' efficiente gestione dello studio. Aspetti problematici emergono con riferimento al marketing operativo, quello destinato “ a piazzare lo studio legale sul mercato”, promuovendone il nome, creando occasioni e opportunita'. “L’agire combinato dei divieti ( inseriti nel codice deontologico forense, artt. 17 e 17 bis, ndr), di pubblicita' elogiativa, comparativa e di rivelazione del nome dei clienti mortifica in modo penetrante le potenzialita' del marketing consistente nella promozione della propria immagine”, ha concluso Perfetti. Certo e' che, come ha evidenziato nella sua relazione sulla pubblicita' David Cerri, la fantasia al servizio della comunicazione legale spesso travalica i limiti del decoro e della dignita'. Esempi illuminanti ci pervengono dal sistema americano, dove anche l’appeal fisico dell’avvocato/a diventa ottimo argomento comunicativo. Ma anche in Italia, pur se la promozione professionale rimane affidata ancora alle parole piu' che alle immagini, non mancano esempi di “eccessi elogiativi” che esorbitano dai confini della comunicazione informativa, ammessa dal codice deontologico. Circostanza questa che ad avviso del relatore imporrebbe un piu' serrato controllo disciplinare e una migliore regolamentazione. 23.04.2009 Spataro Aiga e Consiglionazionaleforense.it Link: http://www.consiglionazionaleforense.it/visualizza
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