La via francese di togliere internet a chi usa il p2p per scaricare e condividere canzoni viene seguita, forse, anche dalla Nuova Zelanda.
L'assurdità di queste posizioni e' sempre piu' radicale.
No si discute qui di assolvere chi commette un illecito.
Si tratta invece di togliere l'orecchio a chi ascolta musica piratata, o proibire l'uso della carta per chi offende qualcuno a mezzo lettera.
E' la nuova legge del taglione.
- Legge che in Germania e' stata rifiutata, mentre in altri paesi la RIAA la sta spingendo con grande intesità.
- In Francia se ne parla a marzo 2009. Si chiama Creation e Internet.
- Il comitato antipirateria italiano non ha affatto escluso di voler seguire la legge del taglione, anzi, vi sono piu' dichiarazioni informali (conferenza stampa Bonaiuti, libro di Masi) concordi sul principio di trovare strumenti nuovi di inibizione.
- La nuova Zelanda pure sta seguendo questa strada, e la protesta e' particolarmente forte e di piazza. Si tratta di togliere internet a chi viene accusato di pirateria.
La' dove non arriva la legge ci provano con le sentenze. L'elenco e' troppo lungo, e il caso Pirate Bay, con l'accusa che dimezza le accuse perche' non ha capito come funziona BitTorrent, e' emblematico.
Ma perche' in tutto il mondo e' uguale ?
VECCHIO E NUOVO IN SCONTRO
Chi e' su internet sa che internet e' comunicazione. E' prima di ogni cosa comunicazione, non scrittura, non prodotto, non documento.
Internet e' movimento di idee. Si e' sviluppato nelle università americane per condividere informazioni, ed e' ancora questo.
Chi pero' ha un business tradizionale vede crollare il proprio modello di business.
Prima credevano di poter usare internet, e fu la prima bolla di internet. Poi Internet prese consapevolezza delle proprie forze, e ha proposto modelli di business propri, visto che i tradizionali erano falliti.
Oggi internet sta facendo cambiare il mondo in mille modi.
La radio si ascolta sul web. La tv non si ascolta, si guardano i singoli spezzoni che si scelgono. E' finita l'epoca di proporre quello che si vuole ai consumatori, oggi sono i consumatori a chiedere quello che vogliono. Usando la rete.
Il modello quindi di business scelto dagli uni e dagli altri e' entrato in guerra.
Non perche' chi e' su internet nega i diritti a chi ha modelli tradizionali, ma perche' i modelli tradizionali vogliono chiudere la competizione di internet prima che diventi un fenomeno di massa. Cosa che riesce benissimo in Italia, con la riduzione d'uso del web.
I MODELLI COLLABORATIVI
Google e' un modello di business collaborativo, che unisce il vecchio (pubblicità) con il nuovo (motore di ricerca). Ma e' comunque qualcosa di completamente nuovo, di mai visto prima. Ogni equiparazione con un indice di ogni libreria e' errato, basta infatti fare una ricerca nelle biblioteche del mondo con l'Opac ed usare Google. La diversa esperienza d'uso e' l'indicazione della totale innovazione portata da Google nel mondo.
Questo non significa che Google riesca a collaborare con i centri media, per esempio. I concorrenti non accettano l'apertura e si arroccano.
Ma storicamente ogni resistenza al nuovo puo' vincere nel breve, e rallentare la storia, ma prima o poi...
LA PROTESTA E LA VISIONE DEL MERCATO
Internet pero' e' anche uno strumento di protesta, e chi lo usa e' un cittadino attivo, non disposto a subire passivamente proposte di legge Draconiane, scritte talmente in alto da non poter essere lette.
Vogliamo leggi chiare che tutelano i diritti di chi non vuole far copiare i contenuti e che tutelino tutti coloro che invece vogliono far copiare per guadagnare in modo solidale.
Di questo si tratta, e non e' comunismo. E' mercato solidale e sostenibile.
L'idea che una mucca e' meglio viva perche' fa latte, invece che morta e fa carne, e' autoesplicativa.
Che funzioni lo dimostra Google che paga in tutto il mondo i blogger.
E i blogger possono vivere di parole, di scrittura, di podcast, di vodcast. Dieci anni fa non era immaginabile.
Ma questo non puo' essere tollerato, si noti, dall'attuale distribuzione.
Se gli autori lasciano la distribuzione vecchia per la nuova, dove vanno a finire i distributori e chi incassa i diritti da pagare ?
Non si tratta di tutelare gli autori. Si tratta di tutelare la distribuzione, con diritti piu' lunghi per chi distribuisce e meno per chi consuma. Chi produce firma i contratti, e il problema e' risolto facendosi cedere tutto sin dall'inizio.
Quanti editori si fanno cedere i diritti e vietano l'esclusiva ? E' quasi pronto un video book, ne parleremo.
Per ora resta solo la fatica di stare dietro alle novità normative che impongono burocrazia e procedure per fare le cose su internet, tradendo quindi le finalità per cui vengono imposte: non e' tanto la sostanza che conta, quanto fermare il nuovo.
Valentino Spataro
www.Controllosito.it