Ci sono notizie che riportano al centro del processo le parti.
Quando un processo diventa mediatico avvocati e giudici parlano per conto degli assistiti, ed e' guerra.
I genitori del disabile picchiato, che grazie a Youtube hanno potuto individuare gli autori che sono gia' stati condannati, hanno ritirato la querela.
Non so se perche' si sono sentiti strumentalizzati o per altro.
Ma e' la dimostrazione che la Giustizia e' dei cittadini, e gli avvocati sono esecutori delle decisioni del cliente.
Ancora oggi qualcuno dice che le policy di Google non sono adeguate a scoprire illeciti.
Naturale.
Per gli illeciti c'e' la Polizia Postale, non Google.
AGGIORNAMENTO:
Leggo sul web da Zeusnews:
"La vicenda è stata strumentalizzata e non c'è più ragione di continuare" commenta l'avvocato del ragazzo
e da WebNews:
"«Il ragazzo e la sua famiglia hanno deciso di non costituirsi parte civile nel procedimento penale pendente avanti il Tribunale di Milano nei confronti dei responsabili di Google Italia perché ciò non corrisponderebbe ad una sua effettiva tutela ... Tutta questa triste vicenda è stata spesso strumentalizzata per fini che nulla hanno a che vedere con la tutela della persona offesa. Basti pensare che il ragazzo, che frequenta regolarmente una scuola, legge i quotidiani, vede la televisione si sente ulteriormente offeso e umiliato dai titoli e dalle immagini che spesso vengono diffusi».
...
«La decisione poi di rimettere la querela nel procedimento di cui sopra deriva dall'aver constatato che i responsabili di Google, oltre ad aver espresso solidarietà per quanto accaduto, si sono fattivamente impegnati dimostrando attenzione e sensibilità verso le problematiche delle persone diversamente abili e del grave fenomeno del bullismo»."
v. anche Punto-informatico
Teoricamente il processo puo' andare avanti.
Tuttavia le argomentazioni che gli altri costituiti porteranno avanti sono minate alla radice, portando anzi a ledere gli interessi della parte che ha rimesso la querela, chiedendo di fatto di smettere un processo che fa soffrire ancora una volta il figlio.