Attenzione: questo testo e' in continuo divenire in base alle vostre comunicazioni.
ESPRESSAMENTE potrei aver preso una cantonata
Quale sono le novità?
Esteso l'obbligo di iscrizione al roc per i gestori dei siti non periodici con li nuovo regolamento adottato con deliberazione n. 666/08/CONS pubblicata in GU n. 25 del 31-1-2009.
All'art.2 del regolamento, lettera i), ha aggiunto questa frase:
"2) gli altri editori che pubblicano in modalità elettronica testate con periodicità non quotidiana, ivi compresi i soggetti che gestiscono siti internet per la pubblicazione degli avvisi di vendita di cui all’art. 490 c.p.c. così come previsto dal decreto del Ministero della giustizia del 31 ottobre 2006;".
La formulazione non è di per se sufficiente a capire quali debbano essere questi siti non periodici, in quanto vi sono varie condizioni nel testo, e stiamo cercando di decifrarle.
La condizione piu' evidente e' che ci si riferisce espressamente ai siti di aste giudiziarie, ma ci chiediamo se la formulazione usata voglia andare oltre. Si parla di "testate" e si dice "ivi compresi".
L'iscrizione al Roc dovrebbe essere fatta entro 60 giorni dal 2 marzo 2009, entrata in vigore della delibera. L'iscrizione si fa a mezzo internet, tramite smart card, dopo l'abilitazione ottenuta ricevendo un codice dall' Agcom che viene rilasciato su invio di documentazione via fax. Forse non si potrebbere tenere aperti i siti attuali prima che il procedimento sia concluso e non abbiamo ancora trovato traccia di un regime transitorio.
Con l'iscrizione al Roc nasce l'obbligo della dichiarazione annuale e dell'informativa di sistema, anch'essa annuale. Al momento non so se vi sono altri adempimenti, quali la registrazione della testata, che sembra essere esclusa.
La mancata iscrizione e' sanzionata. Da notare che anche qualcosa che riguarda le sanzioni e' stato modificato.
Il problema e' che, mentre negli alti punti viene spiegato perché ci sono state modifiche al regolamento, in questo punto l'Agcom non prende direttamente posizione.
In generale si asserisce che il regolamento cambia perché' e' cambiato il mercato. Tuttavia la normativa che istituisce l'Agcom non le da' il potere di includere i siti non periodici. Inoltre, se anche volessimo cancellare la normativa istitutiva dell'Agcom, resta la normativa italiana che recepisce la direttiva comunitaria in materia e-commerce che vieta di imporre le autorizzazioni a chi opera nel settore, quindi si potrebbe aprire una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia davanti alle corti europee competenti.
Questo non toglie che, nel frattempo, i blogger che guadagnano due lire hanno di che preoccuparsi. Come promesso dai nostri politici negli ultimi due anni.
Si': la riforma dovrebbe toccare solo quelli che guadagnano.
RICORDO: e' tutto da verificare, potrei aver preso una sonora cantonata, ieri gli esperti del settore sono stati gia' contattati per sentire cosa ne pensano e le prime conferme mi sono gia' arrivate, ma sono insufficienti secondo i miei standard.